Instagram post 2197413823363910126_6421358 L’ho scritto anche nel mio libro, io credo di aver sempre desiderato Instagram, perfino quando non esisteva. Una decina di anni fa ero iscritta a @weheartit, l’antenato di @pinterest, e passavo ore a salvare immagini nelle mie bacheche: luci di Natale a Central Park, tazze di tè fumanti, flatlay con caffè di starbucks e blackberry (ve li ricordate?) color pastello. Avevo un desiderio viscerale di dire la mia, di creare qualcosa che trasmettesse le stesse emozioni. Quando è uscito l’iPhone 4 sono entrata in un negozio con un mazzetto irragionevolmente alto di banconote e l’ho comprato. La prima cosa che ho fatto, dopo averlo acceso, è stata installare Instagram.
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Il mio primo amore qui, per il quale nutro ancora una passione irresistibile, sono state le instagramer inglesi: luci fredde, paesaggi ombrosi e rarefatti, case di pietra semivuote con ghirlande di fiori secchi alle pareti. Ho cercato per anni quelle ombre nella luce calda del mediterraneo, quelle atmosfere sul parquet graffiato del mio appartamento di città. Quello che ho trovato, scatto dopo scatto, è stato il mio stile. Diverso da quello che immaginavo, ma unico, mio.
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Se non avete ancora trovato il vostro linguaggio, lo dico sempre, innamoratevi delle foto degli altri. Cercate la stessa magia nelle vostre, scattate, sperimentate. È questo che intendo quando dico che copiare, in certi casi, è il modo migliore di imparare. È la strada più sicura (e creativa) per trovare se stessi. #thatvelvetfeeling #gioiedinatale
Instagram post 2196740741179610663_6421358 Nonostante mi sforzi costantemente di non essere cinica mi ritrovo, in questo periodo dell’anno, con un po’ d’ansia. Il Black Friday, il cyber monday, i regali di Natale, i saldi. Un copione da piccoli consumatori entusiasti da recitare senza discutere.
Così, mi sono buttata sul mio rimedio anti-ansia preferito, che non è il cioccolato (ok, anche), ma il dizionario etimologico. Ho scoperto che il verbo comprare è una sincope, cioè un “concentrato” del latino COMPARARE, che naturalmente voleva dire fare un confronto tra l’oggetto venduto e il corrispettivo necessario per acquistarlo.
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E se provassimo a recuperare l’anima della parola, e a mettere in relazione il fascino della pubblicità con i nostri reali bisogni? A confrontare la
giostra frenetica del mercato con ciò che ci serve davvero? A comparare il prodotto con i nostri profondi desideri? 
#lowcostemotion #gioiedinatale
Instagram post 2196034869461528450_6421358 C’era una studentessa con le spalle cariche di ricci e di sogni. Un peso leggero, che però a tratti si faceva incomprensibilmente pesante. Lei aveva paura. Una paura viscerale, insensata, che arrivava senza preavviso e chiudeva a chiave lo stomaco e i pensieri. Evitava alcune cose: vivere da sola, prendere il tram, fare lunghi viaggi, recarsi in luoghi sconosciuti, prendere freddo, frequentare persone nuove. Per passare il tempo, cucinava dolci e caricava le foto su un sito appena nato, dove si erano iscritti una manciata di amici: Facebook.
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Ma la vita non prevede pause troppo lunghe tra un giro di valzer e l’altro, e così lei si è trovata, per i suoi studi, a dover svolgere una ricerca sul campo. Doveva studiare un curioso strumento musicale della tradizione piemontese, costruito con il guscio di una zucca essiccata [esiste ancora, e nelle stories potete ascoltarne il suono]. Il tutto prevedeva spostamenti, cappotti e guanti, registratori, telecamere puntate su volti sconosciuti. Viaggi. Persone.
Così, sostenuta dalle braccia e dai cuori grandi dei suoi genitori e del suo compagno [@dario.mimmo, sempre tu ❤️] l’ha fatto. Ha indossato il cappotto, imbracciato la telecamera ed è uscita nell’aria fredda di fine inverno. Il corpo esile, i capelli lunghissimi e la carnagione bianca come la luna sui colli del Monferrato.
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Un paio d’anni dopo, la paura era lontana. Gli occhi e le orecchie si erano riempiti di luoghi, musica e parole. Il cuore, di persone. La vita non era diventata più facile, solo più affrontabile, come è normale che sia. La ragazza aveva un telefono nuovo fiammante, una scatoletta bianca con un grosso schermo, e si stava iscrivendo a un nuovo social network, scoperto da poco. Riviveva la sua vita recente pensando a un nickname che raccontasse a fondo la sua storia. Ha riletto un post pubblicato su Facebook qualche tempo prima, che ritraeva una torta bruttina ma preparata col cuore, e l’ha trovato. Zuccaviolina. L’inizio di un altro incredibile viaggio.
#ilmionomequi #gioiedinatale
Instagram post 2195290502295787625_6421358 Sono stata una bambina lenta. Sempre l’ultima a finire di fare la cartella, mentre i compagni scalpitavano per uscire dall’aula, già in fila per due.
Sono stata un’adolescente indietro coi compiti, che passava le serate in pigiama alla scrivania e sbadigliava sulle versioni di greco. Sono stata un’universitaria appassionata e perennemente fuori corso, che capiva di aver studiato meno di metà del programma (benissimo, però!) a una settimana dall’esame.
Lenta. Follemente innamorata di ogni cosa che faccio, ma lenta. A volte in modo così estenuante che fatico davvero a perdonami.
Ma l’ho già detto qualche post fa e lo ribadisco ora: dicembre è il mese della quiete. Il momento ideale per rivendicare il sacrosanto diritto alla lentezza. 🐌 
#facciamocherallentiamo #gioiedinatale
Instagram post 2194519514427894271_6421358 Quando ero bambina, io e mio papà iniziavamo a progettare il presepe d’estate, passeggiando sulle spiagge del Lazio. Non è così strano, quindi, che la foto più sfacciatamente natalizia che ho scattato quest’anno risalga ad agosto. Questo posto favoloso è @_azur_mountain, e si trova in un bosco di pini marittimi tra Cannes e Antibes [trovate altri scatti in un mio post del 10 agosto].
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e comunque, io #hoquestacosacolnatale tutto l’anno
🙈 #gioiedinatale #feliceadesso
Instagram post 2193783968772581132_6421358 [Scorrete per vedere il prima ➡️]
Appena tornata dal mio workshop di fotoritocco da @zandegu_ ho pensato di pubblicare, per l’hashtag #moodofmywindow, un post un po’ diverso dal solito. Avete presente quelle foto che a prima vista sembrano irrecuperabili perché sono piene di errori e difetti? Quasi sempre si possono salvare!
Questa non era un caso facilissimo. 🙈 Che operazioni ho fatto secondo voi per ritoccarla? 
Provate a indovinare, e poi guardate le stories, dove vi spiego tutti passaggi ✨
#gioiedinatale
Instagram post 2193119365231043027_6421358 Eccomi qua, seminascosta dai ricci, alla fine di una giornata intensa che mi ha lasciata senza energie. 
Mi resta però la forza di dirvi un grosso grazie per i frammenti di vita che state condividendo con me in questi giorni per #gioiedinatale. Mi sento fortunata, onorata, privilegiata. ✨ #selfiesforintroverts
Instagram post 2192435605406474136_6421358 Gli autisti del pullman che si salutano all’incrocio. Il ragazzo che sorride a un cane per strada. L’adolescente con i capelli blu e le toppe dei gruppi metal sullo zaino. Il tizio barbuto che cammina con una valigetta rosa. Il passante distinto che ascolta la musica in cuffia. L’uomo che cede il posto sul tram (“prego” “ma no, stia” “si figuri, scendo tra poco”).
Il bambino con le stelle sul berretto che si sporge dal passeggino. Il giovane carico di buste che raggiunge i bidoni della differenziata. Il signore che parla al telefono tenendo la borsa della spesa,  e pare stia conversando con un mazzo di costine. La ragazza col velo che beve da una borraccia di metallo rossa.
Ognuno di noi #seminailbello, è evidente.  Ad ogni passo. ✨ #gioiedinatale
Instagram post 2191685591666693583_6421358 Avevamo una stufa. Una di quelle vecchie, che chiamano anche “putagè”. Aveva una superficie ampia, pensata per cucinare, con una serie di cerchi concentrici che si potevano aprire per cucinare o per gettare qualcosa in fretta tra le fiamme. Spesso mettevamo le bucce di mandarino sopra il piano rovente, e la casa si riempiva di un profumo inebriante. Profumo d’inverno.
Si manovrava tutto con una bacchetta di metallo dalla punta ricurva. Avevo imparato a svolgere con quello strumento qualsiasi operazione: alzare i cerchi, ravvivare il fuoco, perfino aprire lo sportello senza toccare la maniglia ustionante. Sopra il tubo che andava alla canna fumaria c’erano una serie di supporti estraibili per appenderci gli strofinacci bagnati oppure, nei giorni migliori, i guanti e i berretti fradici di neve.
D’autunno, quando cominciavamo ad accenderla, mi sedevo lì accanto a leggere racconti fantasy. Per la verità rileggevo ogni anno almeno un libro della stessa saga, “Il risveglio delle tenebre”, di Susan Cooper. Si sposava troppo bene con il primo freddo e con l’odore di mandarino. Se mi concentro su quel momento mi viene in mente anche il sapore dei novellini pucciati nella cioccolata calda, quella che si faceva con la polverina, che ti faceva sentire trendy come i ragazzi della tv.
Comunque, qualche anno dopo, è arrivato Harry Potter e gli autunni successivi li ho trascorsi sempre lì, ma in sua compagnia. 
Lo ammetto, stasera ho nostalgia di quella ragazzina seduta in cucina, con una guancia bollente, che si sentiva nel posto più sicuro al mondo. Che si concedeva di credere a tutte le storie, perfino a quelle raccontate dalla pubblicità. ☕️📚 #raccontatisempre #gioiedinatale
Instagram post 2190927442572127276_6421358 Ho iniziato ad andare a prendere il tram al capolinea, perché posso sedermi dentro al caldo nell’attesa che parta. Il percorso mi fa arrivare qualche minuto dopo, ma va bene così. 
Ho iniziato a lavorare dal divano con una coperta addosso, quando ho freddo. Non ho l’aspetto da freelance glamour e combattiva, ma va bene così.
È bellissima, non fraintendetemi, quella storia di rompere i confini della comfort zone, alzarsi dal divano e conquistare il mondo. Semplicemente, dicembre non è il mese adatto. Dicembre è il mese della quiete, della penombra e dell’indulgenza. 💛
#thequietwinter #gioiedinatale #feliceadesso
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Marta Pavia

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15/01/2019

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