Lucio adesso usa mani e piedi per spostarsi. Quand Lucio adesso usa mani e piedi per spostarsi. Quando esce da una stanza ed entra nel corridoio emette sempre, senza eccezioni, un verso gorgogliante e acuto che testimonia entusiasmo e brivido dell’ignoto. Se io sono in un’altra camera mi trova seguendo il suono della mia voce, e poi ride di gusto, rivelando un dente e mezzo sulle gengive scoperte. Se è a terra mentre siamo seduti a tavola, sposta le sedie e pare che i folletti abbiano animato l’arredamento. 
Lucio ora mangia le fragole con le mani e poi parlotta con le labbra macchiate di rosso. Qualche volta intuisce che sto per fargli il solletico e inizia a ridacchiare con un secondo di anticipo, e allora mi sembra grande, grandissimo.
🌸
Poi, dopo aver svuotato ciotole di cibo e esplorato chilometri di parquet sbrecciato, afferra la mia maglia con entrambe le mani e strofina il viso sul mio petto. In quel momento lo raccolgo, lui si rannicchia afferrandosi un piede, e il latte tiepido lo riporta alla sua prima casa, che poi sono io. 
Lucio la notte, nel sonno, si gira sul fianco e agita le braccia per sfiorarmi con la punta delle dita. Così io disegno una C intorno al suo corpo, che si inserisce perfettamente nello spazio compreso tra le mie ginocchia e il mio mento. E allora mi sembra piccolo, piccolissimo.
#hounastoriaperte #feliceadesso #9mesi
“Custa cita a’s pentna cun l’eva”, cioè “questa bambina si pettina con l’acqua”, diceva mia nonna, dalla porta del bagno, mentre sorrideva scuotendo la testa.
La consapevolezza di essere riccia è arrivata intorno ai 12 anni, e per molto tempo mi sono sentita l’unica sulla faccia della terra. Erano gli anni ‘90, e l’aspirazione, perlomeno tra noi preadolescenti piemontesi, erano caschetti lisci e setosi. Non senza un po’ di imbarazzo, quindi, ho iniziato a tentare dei gesti che aiutassero la mia chioma a disporsi a spirale. Uno, appunto, era inumidirla con l’acqua, sollevando schizzi sugli specchi anni ‘70 dell’anziana Maria. Un altro consisteva nel far depositare le ciocche sul palmo della mano e poi stringere fortissimo il pugno per imprimere meglio le onde. Non sapevo se fosse opportuno, anzi a dire la verità avevo quasi la sensazione di “barare”. 
Da qualche settimana a questa parte ho scoperto che sul web esiste una vera e propria tribù digitale di cultori dei boccoli, e che alle mie ormai consolidate azioni per acconciare i capelli corrisponde un lessico complesso e articolato, quasi un oscuro linguaggio magico per i non iniziati. L’atto di comprimere i ciuffi nella mano, ad esempio, si chiama “scrunch”. E sapete che c’è? Ora che so che ha un nome, e che non sono la sola a farlo, mi viene meglio. I capelli si arricciano di più.
💆🏻‍♀️
Così al di sotto dei miei boccoli, in questi giorni, hanno preso forma due considerazioni. 
La prima è che, probabilmente, le cose che possiedono un nome acquistano un diritto all’esistenza più potente e profondo. Pensiamoci quando si discute, ad esempio, dell’opportunità di utilizzare termini come ministra, ingegnera e avvocata. 
La seconda è che, a vent’anni dall’imbarazzante solitudine delle scuole medie, sono grata per il senso di comunità che può generare il web, seppure su un tema frivolo e leggero come la forma dei propri capelli. 
Non l’avresti mai detto, cara nonna Maria, che “pentnese cun l’eva”, perlomeno qui su Instagram, si chiama “refresh”. 😁
#curlygirlmethod #feliceadesso #etnografiadigitale
Fotografare fiori come cura per l’anima. 🌈 Su Fotografare fiori come cura per l’anima. 🌈 Sul blog tre hashtag per ritrovare, attraverso i nostri post, la bellezza delle stagioni che scorrono, nonostante tutto.
Li trovate, come sempre, al link in bio ⬆️
[La gente normale compra i fiori alimentari di @agrimani.bio per mangiarli, io invece li fotografo 😂]
#ifioricolorarcobaleno #fiorireconlarte #scattidistagione #feliceadesso
[un anno dal grande annuncio 💗] Un anno fa resp [un anno dal grande annuncio 💗]
Un anno fa respiravo per te, e ora avvicino il mio viso al tuo per sentire l’aria delle tue narici sulla pelle. 
Un anno fa il tuo nome era un misterioso segreto, ora lo ripeto centinaia di volte al giorno, riempiendolo di suffissi e carinerie.
Lucino, Lucetto, salmoncino mio che nuoti nell’immenso mare delle cose, un anno fa eravamo un corpo solo. 

Ora teniamo entrambi i capi di una corda che va dal pavimento alla mia sedia. E poi dal bagno alla stanza accanto. A volte perfino dal marciapiede del quartiere a questo ultimo piano o addirittura da casa di tua nonna alla stanza dove io, china sul computer, stiracchio i muscoli di mani e pensieri.

C’è una canzone antica che dice “con cinquecento catenelle d’oro hanno legato lo tuo cuore al mio”. Io ti prometto, pesciolino mio, che con quelle catenelle ci puoi fare pure il giro sei sette mari
del mondo. Io sarò sempre lì ad aspettarti, dall’altra parte. 
#legamidipancia #raccontatimamma #feliceadesso
Il post con gli hashtag di febbraio è online! ✨ Per i nuovi arrivati, si tratta di un appuntamento (quasi) mensile, in cui presento, sul mio blog, hashtag utili per sperimentare nuovi stili fotografici e conoscere nuove community. Stavolta trovate ben due challenge tematici (ideali per i nostalgici di #gioiedinatale), e anche un’app favolosa di cui non potrete più fare a meno! 🌈
Trovate tutto, come sempre, al link in bio ⬆️
[@green_rebi, @ggluisanna, @3autunni e @peruzziscrive, se vi fischiano le orecchie guardate qui 😉]
C’è una cosa che ho imparato ultimamente, e che C’è una cosa che ho imparato ultimamente, e che forse ha davvero a che fare con il diventare adulta: il valore della singola volta. 
Fino a poco tempo fa ero abituata a pensare che un’azione avesse senso solo se ripetuta per mesi, anni: fare sport una volta alla settimana, studiare la stessa cosa tutti i giorni, avere un gruppo di amici, sempre gli stessi, con cui vedersi ogni weekend, portare avanti un progetto strutturato, con risultati misurabili e a lungo termine.
Da qualche tempo ho capito che gli eventi che condizionano la nostra esistenza e quella degli altri, sono in verità singole, uniche volte. Quel giorno in cui un anziano astigiano mi ha raccontato tutta la sua vita, in dialetto. Quella volta che ho danzato sulla piazza di un paese sconosciuto, celato tra i monti dell’Appennino Emiliano. Quel giorno in cui mi sono fermata ad ascoltare un canto proveniente da una finestra nell’entroterra ligure, con un minuscolo Lucio nella fascia, raccolto sul cuore. 
Mentre penso a questo mi sembra di rivedere mio padre che posava un libro accanto all’altro su degli scaffali di acciaio, anni fa. Quegli scaffali, giorno per giorno, sono diventati la biblioteca del paese (che ora porta il suo nome). Ma secondo me lui lo sapeva benissimo, che l’importante non era la quantità di libri, la catalogazione DEWEY, nemmeno la biblioteca in sè, ma gli unici, irripetibili incontri tra i lettori e le loro pagine. Tant’è che qualche volta, specie agli utenti  più giovani, “faceva arrivare” magicamente i volumi che desideravano, dopo un giro in libreria, in tempo per la visita successiva. 
Che dire, papà, ci ho messo trentaquattro anni, ma adesso l’ho capito. Che in verità tutti i progetti, tutte le vite, tutti gli amori, specie i più grandiosi, sono costituiti da una sequenza di preziose, irripetibili singole volte. #feliceadesso #hounastoriaperte
Ciao 2020, resterai sempre l’anno in cui mi sono Ciao 2020, resterai sempre l’anno in cui mi sono immersa in me stessa così a fondo che siamo tornati in due. ❤️ #feliceadesso
Ah, queste mani. Che sollevano, sistemano decorazi Ah, queste mani. Che sollevano, sistemano decorazioni, cullano, danzano, carezzano, preparano set fotografici. Toccano schermi, cambiano vestiti, ritoccano foto, scrivono messaggi, stringono manine quasi uguali a loro. Puliscono, lavorano, solleticano, giocano, e ogni tanto asciugano qualche lacrima. 
Queste mani così impegnate che ogni tanto penso di averle perse. E invece non sono mai state così mie. 
#cuorecreativo #gioiedinatale
All’improvviso, in cucina, con il tg acceso sull All’improvviso, in cucina, con il tg acceso sulle ultime notizie e una neve bagnata che cadeva sui tetti, l’ho sentita. Somigliava all’aria satura di fumo delle stufe a legna. Al calore delle mani tuffate nelle tasche del cappotto pesante. Al profumo dei mandarini che aleggiava nei corridoi della scuola, quando “Christmas” era una parola esotica e internet pura fantascienza. Al Natale un po’ plasticoso degli anni ‘90, con tutti i suoi brillantini fuori posto, e alla magnificente gelida bellezza dell’inverno, che invece esiste da sempre.
Lì, sulla poltrona accanto al frigo, davanti alla tavola ancora apparecchiata, l’ho percepita chiaramente: la sensazione che in realtà la felicità è vicina, così vicina che basta tendere appena la mano per afferrarla. 🌲
#gioiedinatale #allyoucantexture
Ci siamo! Il calendario dell’avvento #gioiedinat Ci siamo! Il calendario dell’avvento #gioiedinatale 2020 è arrivato! In quest’anno decisamente eccezionale ho ideato delle sfide creative quotidiane pensate per smuovere, a piccoli passi, la creatività sopita da questi lunghi mesi incerti. I piccoli challenge che vedete nell’album prevedono la realizzazione di foto, stories e video, e sono pensati per sciogliere gradualmente dubbi e piccole paure (compresa la timidezza, of course!) sotto la guida della vostra fedele Instagram-prof 👩🏻‍🏫 
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Come partecipare? Salvate questo post per tenerlo sempre sottomano e condividetelo nelle stories con l’icona a aeroplanino per invitare i vostri amici! Tenete d’occhio le mie stories, perchè ogni mattina approfondirò il challenge del giorno con esempi e piccoli tutorial. Domani, 1 dicembre, si comincia!
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Naturalmente, non è obbligatorio svolgere tutti i compiti quotidiani, ma provarci è una bella sfida! Come potete vedere dall’elenco qui sopra ho inserito anche dei giorni di pausa, in cui potete recuperare gli arretrati o dimenticare il telefono in un cassetto (consigliatissimo!)
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Come vedete da questo favoloso disegno realizzato da @segui_le_briciole, ci ho immaginati nelle nostre città, dietro le finestre accese, sotto una grande notte stellata. Probabilmente quest’anno siamo geograficamente più lontani che mai, ma non mi stancherò mai di ripetere che se c’è una magia che questi piccoli schermi che teniamo in mano sanno fare, è ricordarci che abbiamo sogni simili, e che li facciamo tutti osservando lo stesso cielo.
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[come sempre, trovate l’elenco dei temi anche sul mio blog, al link in bio ⬆️]
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