Luglio 2012. Una me senza laurea, senza lavoro e o Luglio 2012. Una me senza laurea, senza lavoro e ovviamente senza figli scende dalla macchina con le gambe traballanti dopo una salita tortuosa. In piazza c’è un capannello di persone e un uomo, che poi conoscerò come Massimo Zacchi, urla “tu, vieni a ballare il Manfrone!”. “Ma io non sono capace”, grido in risposta. “Tranquilla, è il ballo più facile di tutta la valle del Savena!”.
E così il primo anello della catena si è agganciato in un punto intermedio tra il mio stomaco, i polmoni e il cuore. Lo stesso in cui si perde lo sguardo, ho imparato poi, quando danzi con qualcuno (mai guardare gli occhi, meno che mai i piedi!) e il tuo corpo si fa parola.
I balli di Monghidoro, a differenza di molti, non hanno passi prestabiliti. Solo intenzioni, direzioni, movimento dettato dal dialogo inestricabile tra chi suona e chi danza. Niente domande, pochi virtuosismi, ma un’attenzione serena e profonda, senza giudizio.
Quel punto lì, appena sotto il diaframma, è anche quello che si spalanca quando intrecci la voce con quella degli altri. Perché il fatto è che quasi sempre, dopo le danze, qualcuno inizia a cantare. Chi c’è stato sa bene che a quel punto, il bello è appena cominciato, e si sorprende presto a pregare che l’alba guastafeste non arrivi mai.

Luglio 2022. Stavolta, dopo 400 chilometri, scendiamo dalla macchina in tre: io, Dario, e un Lucio di appena due anni. 
Non so far altro che un elenco di cose che voglio tenermi strette di questi tre giorni di festival:
Il telefono dimenticato in borsa, che tanto i ricordi veri si assorbono con la pelle.
Lucio che ondeggia la testa sulla musica o che dorme sereno nella confusione.
La percezione di fare qualcosa di frivolo eppure tremendamente importante. 
Tirare tardi insieme, per aspettare il tramonto. 
Ballare, mangiare, cantare con il nostro bambino appoggiato addosso. 
Certi volti, certi sorrisi, certi occhi che un po’ ti vedono dentro. 
Il sospetto che si potrebbe rinunciare a tutta la musica del mondo per questa musica qui. Sapere che torneremo a casa sentendoci inevitabilmente diversi. 
Quella catena agganciata alla pancia che tira, e che tiri pure, che non c’è lontananza, nostalgia o pandemia che la possa spezzare.
Due anni fa sei arrivato qui. Luce di nome e di fa Due anni fa sei arrivato qui. Luce di nome e di fatto, potenza esplosiva, musica che sovrasta il rumore. Così piccolo eppure già capace di buttare in aria i piani, sconvolgere le consuetudini, spostare l’asse dell’esistenza per sempre.
Quanti inciampi nel tentare i passi di questa danza, che inganna e muta ritmo proprio quando credi di averla capita. E che spettacolo, Lucio mio, ballare con te 🎵
#feliceadesso #amosenzamisura
Noi millennial siamo tutti messi così. Ci sentiam Noi millennial siamo tutti messi così. Ci sentiamo insicuri, andiamo dallo psicologo, abbiamo la sensazione che ci sia stato promesso qualcosa che poi ci è stato negato. Ed è così, perché il mondo in cui sono cresciuti i nostri genitori, quello del boom economico, degli ideali del ‘68, della fiducia assoluta nel futuro, dell’emancipazione attraverso la lotta politica… non esiste più.
“Studia e farai tutto quello che vuoi”, è un mantra che ha funzionato (forse) per loro, ma nel nuovo millennio è sfumato. Così ora ci arrabattiamo, giostrandoci tra la nostra immagine pubblica sui social, l’attivismo online, i coach che ci dicono “se lo vuoi puoi” e la realtà dei fatti che è spesso molto meno generosa. Anche il mito del posto fisso è andato in fumo da tempo, perché è vero, potrebbe far comodo, ma ormai l’idea di rimanere 40 anni seduti sulla stessa sedia ci pare una trappola anziché un privilegio. 
E nonostante tutto inventiamo lavori, creiamo storie, cresciamo bambini, mettiamo insieme famiglie decisamente meno tradizionali di quella in cui siamo cresciuti. Se i nostri genitori ci hanno lasciato qualche ricchezza ne siamo grati, ma ci sentiamo un po’ in colpa. Se invece non abbiamo le spalle coperte, la nostra vita è una continua sequela di compromessi. 
Siamo la generazione che ha scoperto l’importanza di accogliere i sentimenti, ma non ci siamo allenati da piccoli, e ora ci manca il respiro ad ogni salita. Tra yoga, psicoterapia, meditazione, passeggiate, letture, digital detox, “me time”, cerchiamo disordinatamente noi stessi. E ci troviamo, ma a pezzettini, e la vita spesso non ci lascia il tempo di ricomporre il puzzle. 
Non c’è una morale dietro a questa storia, davvero. Solo ricordiamoci, quando ci riconosciamo tra maglie di qualche rete, di dedicarci uno sguardo solidale, senza giudizio, e un sorriso affettuoso ai nostri reciproci tasselli mancanti.
#hounastoriaperte
Le api solitarie non fanno miele nè alveari. Poss Le api solitarie non fanno miele nè alveari. Possono apparire “inutili” nell’ottica a cui l’umanità è abituata a ragionare, ma sono invece fondamentali per la tutela dell’ambiente e della biodiversità. 
🐝
All’evento organizzato da @fiskars mercoledì scorso l’apicoltore Tiziano Conalbi ci ha spiegato che, nonostante vivano sole o in piccole comunità, le api solitarie possono essere ospitate in apposite casette con piccoli antri e tubicini (non fanno alveari, ma nidi come molti altri insetti) e naturalmente nutrite con fiori nettariferi e un piatto pieno d’acqua con sassolini su cui posarsi.
🐝
Il terrazzo della futura casa-zucca promette che si metterà al servizio di questi minuscoli, preziosi animali 💛
#savethebees adv per #fiskars #feliceadesso #ecologesti #giornatamondialedelleapi #worldbeeday 
Grazie @fiskars e @greenmedialab per l’invito 🙏🏻
Quando una regola che ci siamo imposti ci soffoca, Quando una regola che ci siamo imposti ci soffoca, è il momento di cambiarla. Se non ne possiamo più di fotoritocco, grafica e palette, possiamo puntare sui video, sui testi, sulla nostra abilità nel far ridere/disegnare/cantare cover di canzoni famose… vale tutto! 🙃

Allo stesso modo, se invece ordine e coerenza estatica ci fanno sentire bene, non c’è motivo di abbandonarli, anche se qualcuno dice che “non vanno più di moda” 🌸

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate! Ditemelo, se vi va, nei commenti ⬇️

E se conoscete persone con l’ansia di avere una gallery disordinata, condividete questo reel con loro 🙈
E se poi se ne accorge? E comunque un po’ mi pia E se poi se ne accorge? E comunque un po’ mi piace guardare cosa fa. 
Lo so, seguire qualcuno che ci innervosisce può essere anche una sorta di “guilty pleasure”. Facciamo in modo di relegarlo in una parte minima del nostro tempo, e di usare i momenti in cui siamo online in maniera positiva e arricchente. 🌸 #instagramcoach #comunicazione #salutementale
Copiare non solo è giusto, ma è utile e fondamen Copiare non solo è giusto, ma è utile e fondamentale per imparare a padroneggiare un linguaggio. I diffusissimi trend video che  imperversano adesso su Instagram possono essere usati come ottimi strumenti creativi. Quindi il mio consiglio è: ritagliatevi il tempo per guardare un bel po’ di reel, salvate quelli nelle vostre corde e poi abbandonate i timori e provate a realizzare la vostra versione. Poi rifatelo, e rifatelo ancora, anche se non siete subito soddisfatti del risultato. 

Ogni tappa vi aiuterà a osservare, inquadrare e mettere a fuoco nuove competenze e a scoprire modi inediti per raccontarvi. #instagramcoach #raccontarsionline
Non so se la bellezza ci salverà, ma è un buon b Non so se la bellezza ci salverà, ma è un buon balsamo per il cuore 🌸
#escilaprimavera #fiorineifiori #feliceadesso
EDIT: il carattere con cui funziona ora è il prim EDIT: il carattere con cui funziona ora è il primo a sinistra.

Il secondo metodo è il mio preferito, perché la foto traspare meglio e le scritte sono comunque molto evidenti ✨
Io sto usando moltissimo questo sistema per la rassegna giornaliera #ancheoggigrazie ideata da @chiademasi, a cui vi consiglio di aderire! Concentrarmi sulle piccole gratitudini mi sta aiutando a superare un po’ il blocco creativo dovuto alle notizie terribili che arrivano dal mondo, alla stanchezza per gli estenuanti malanni invernali, alla sensazione di essere sopraffatta dalle emozioni.
Vi auguro un weekend di bellezza 🌈 #instagramcoach
Zucca, dove sei finita? Sono bloccata, imbottiglia Zucca, dove sei finita? Sono bloccata, imbottigliata e travolta da:

- Tre settimane di degenza Covid + tampone negativo di tutti per rientro al nido + un paio di giorni di asilo chiuso, cioè sostanzialmente un mese senza lavorare
- Lo scoppio della guerra in Ucraina che mi rende letteralmente doloroso frequentare i social network
- Un’altra settimana, quella in corso, di influenza “normale” per Lucio e per il suo papà, che non vuole passare (prenderà anche me?)
- Il lavoro arretrato di un mese che incombe, consulenze spostate e scadenze mancate, impossibilità totale di fare programmi

So che probabilmente sto descrivendo la situazione in cui si trovano moltissime e moltissimi di voi. 
È interessante che all’indomani della giornata internazionale della donna io sia qui, affondata sul divano con un bambino sul petto a domandarmi: che faccio, mi giustifico per scadenze mancate e lavoro non svolto tirando in ballo mio figlio che sta male? Oppure è meglio non fornire spiegazioni e limitarmi a chiedere scusa? 🙄
Anni fa, quando non ero ancora madre, ho provato a discolparmi per un errore dicendo “mi dispiace, è che ho troppe cose da fare”, e mi è stato risposto, letteralmente “questa è una presa per il c**o, tutti abbiamo troppe cose da fare”. Quel giorno ho pianto di rabbia e vergogna per ore e da allora, onestamente, ho smesso di aspettarmi dagli altri una risposta empatica. Voi cosa fate in queste situazioni? 
#raccontatimamma #amosenzamisura
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Marta Pavia

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usare bene Instagram · 22/02/2017

Gli hashtag: guida per principianti (con infografica)

Dopo essere partita in quarta con gli hashtag del mese mi sono resa conto di aver un pochino tralasciato le basi. Alcune persone mi hanno chiesto se ci sono delle regole o delle cose da sapere prima di iniziare a taggare le proprie foto, e questo post è dedicato a loro e a chiunque voglia rafforzare le proprie basi (o fare un ripasso).

Le regole sono poche e semplicissime (le trovate riassunte nell’infografica in fondo alla pagina) e in più c’è qualche curiosità sfiziosa che non vedo l’ora di condividere con voi.

Come sono “nati” gli hashtag?

Non sono sempre esistiti, anzi, sono un fenomeno piuttosto giovane. Pare che il twit in cui per la prima volta un utente ha proposto di usare il cancelletto per raggruppare i post per argomento risalga del 24 agosto 2007. Naturalmente allora gli hashtag non erano link, gli utenti del social network dovevano cercare la sequenza “cancelletto+parola chiave” nella stringa di ricerca per trovare i post che l’autore aveva intenzionalmente tematizzato in questo modo.

Twitter li ha trasformati in link nel 2009 e gli altri social network si sono accodati. Instagram, applicazione nata nel 2010, ha aggiunto gli hashtag cliccabili nel 2011, seguita più recentemente da Facebook.

C’è qualcosa che devo sapere?

L’uso degli hashtag è molto semplice e il funzionamento è intuitivo. Non sono altro che parole o frasi che si possono usare per tematizzare dei contenuti. Cliccandoci sopra si viene reindirizzati a un feed che contiene tutti i post (foto e video, nel caso di Instagram) sui quali è stato usato un certo hashtag. Per quanto riguarda Instagram, queste sono le cose da tenere a mente:

  • Le foto vengono visualizzate in ordine cronologico.

    Agli esordi di Instagram non era così, e una foto compariva nel feed di un hashtag nel momento in cui veniva taggata. Ora le foto vengono visualizzate in ordine di pubblicazione, per cui non è particolarmente utile aggiungere un tag a giorni di distanza dalla pubblicazione di una foto (a meno che quel tag non contenga un numero molto ridotto di post!).

  • Puoi mettere gli hashtag nel primo commento.

    C’è chi scrive gli hashtag direttamente nella didascalia della foto (magari usando dei puntini o dei segni di separazione) e chi li inserisce nel primo commento. Non c’è un modo migliore di un altro, dipende solo dalle abitudini di chi pubblica. Io preferisco metterli in un commento, per non distrarre troppo dalla didascalia, alla quale accosto solo qualche tag particolarmente rilevante (non più di uno o due). Per alcuni mesi Instagram ha visualizzato i suggerimenti degli hashtag più usati solo se questi venivano scritti all’interno della didascalia, quindi molti instagramers hanno iniziato a inserirli lì per questa ragione. Ora la funzione pare cambiata e i suggerimenti vengono visualizzati anche se i tag si digitano nei commenti.

  • Puoi taggare solo le tue foto.

    Probabilmente è scontato da dire, ma solo i tag aggiunti dall’autore della foto la fanno comparire nel feed dei post correlati. Aggiungere un tag a una foto pubblicata da qualcun altro non avrà nessun effetto, quindi se volete suggerire a un amico un certo hashtag dovete chiedergli esplicitamente di scriverlo in un commento a quel post.

  • Puoi usare solo lettere e numeri (ma adesso anche emoticon!)

    Gli hashtag non permettono l’uso di punteggiatura e caratteri speciali (che “rompono” il link), e questo può stare stretto a noi italiani, particolarmente appassionati di punteggiatura e con una lingua votata a frasi lunghe e complesse. Se state pensando di creare un vostro hashtag, dunque, siate semplici e concisi. Se non volete scrivere due parole attaccate (ma perchè no? pensate a #feliceadesso) potete provare a separarle con il trattino basso (underscore) ma questo renderà più difficile la digitazione. Alcuni usano la maiuscola per marcare il confine tra le parole (ad esempio #InstawalkCampidoglio) ma tenete conto che Instagram non considera maiuscole e minuscole, quindi se un utente scriverà #instawalkcampidoglio il tag funzionerà lo stesso (per fortuna!).
    Un piccolo accorgimento: da aprile 2015 Instagram permette di trasformare in tag anche le emoticon. Fate attenzione, dunque, a non inserire un’emoticon subito dopo un tag saltando lo spazio, altrimenti ne annullerete l’efficacia.

  • Sceglili con cura

    Di questo abbiamo già parlato nel primo post di questo blog. È bene scegliere tag con un numero non eccessivo di post (danno un’ottima risposta in termini di engagement, ad esempio, quelli sotto i 100k) e che non siano troppo generici (ad esempio no a #coffee). Se sei a caccia di hashtag piccoli e medi che ti regalino ispirazione e nuovi contatti segui i miei hashtag del mese qui sul blog.

  • Non spammare!

    Ultima regola, e forse la più importante: non usateli a sproposito! So che viene la tentazione di usare hashtag non correlati alla foto (lo faccio anch’io, per pigrizia, qualche volta 😱). Le ragioni dietro questa scelta, di solito, sono queste due: “più hashtag uso, più aumento la possibilità di prendere like, quindi perchè risparmiarli?” oppure “sono troppo pigra/o per inserirli in modo selettivo, quindi li copio e incollo sempre tutti insieme”. Per quanto riguarda il secondo punto, condividerò presto con voi un mio trucchetto per inserire molto velocemente hashtag suddivisi per argomento (stay tuned!).
    Riguardo all’engagement, invece, non è sempre vero: una foto di un paesaggio nel tag #flatlayforever, ad esempio,  c’entra come i proverbiali cavoli a merenda, e probabilmente gli utenti si limiteranno a ignorarla. Inoltre usare i tag a sproposito li fa “invecchiare” più in fretta (ne parlavamo in un altro post tempo fa) e quindi rischiano di essere “abbandonati” dagli utenti talentuosi e appassionati per i quali sono luoghi di scambio e punti di riferimento.

Vi lascio qui una piccola infografica che riassume quanto detto nel post e vi ringrazio per gli input che mi date. Se avete altre curiosità o se ci sono cose che vorreste leggere su queste pagine non esitate a darmi dei suggerimenti!

PICCOLA GUIDA AGLI HASHTAG (1).png

Voi come usate i vostri hashtag? Avete qualche trucco per inserirli velocemente? Inserite sempre hashtag correlati o a volte vi fate prendere dalla pigrizia? 😉
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Reader Interactions

Comments

  1. aspassoconteo says

    22/02/2017 at 14:27

    Ciao Marta!!
    Non sapevo alcune cose (come quella di taggare solo le proprie foto), quindi post interessante e molto utile!!!
    Un bacio!! 🙂

    Rispondi
    • Marta Pavia says

      22/02/2017 at 16:02

      Ciao Elisa! Grazie mille per il tuo commento! Sono felice che tu l’abbia trovato interessante ❤

      Rispondi
  2. aliceofm says

    22/02/2017 at 16:41

    Non sapevo che aggiungere un hashtag nelle foto altrui fosse inutile! Bene, avvertirò gli amici di scriverli da soli 😀

    Rispondi
    • Marta Pavia says

      22/02/2017 at 17:33

      E io che pensavo che fosse la cosa più scontata di tutto il post! 😂 sono felice di esserti stata utile, cara, un abbraccio! ❤

      Rispondi
  3. Alice says

    23/02/2017 at 09:42

    Sono tremendamente pigra per quanto riguarda gli hashtag. Li raggruppo in base all’argomento e li tengo nell’app delle note del mio smartphone, attualmente uso due gruppi di hashtag: uno riguardante i libri e uno per le foto di lifestyle. Diciamo che quelli che tengo a portata di mano nelle note sono quelli che rimangono fissi, ma dopo che li ho copiati su Instagram, prima di pubblicarli, ne aggiungo sempre uno o due relativi alla foto. Per esempio, se condivido una foto di un libro Harry Potter, prima incollerò tutti gli hashtag della bookish community e poi aggiungerò di mio quelli relativi al soggetto (#harrypotter, #pottermore, #potterhead, ecc.). 🙂

    Rispondi
    • Marta Pavia says

      23/02/2017 at 12:33

      Grazie Alice per il suggerimento che mi pare ottimo! Anch’io cerco di aggiungerne sempre qualcuno più specifico a memoria prima di pubblicare (e in questo la funzione suggerimenti di Instagram è molto utile)! Tanto amore per i tag a tema Potter, naturalmente ❤️. Un abbraccio e a presto!

      Rispondi
  4. rocchettiepois says

    23/02/2017 at 14:44

    Ciao Marta, grazie per questo post! Io devo migliorare molto su questo aspetto…la mia gallery (e così anche i miei gruppi di hashtags) è divisa fra le mie creazioni, le mie colazioni (fra cui c’è anche #coffee !!!) e qualche foto paesaggistica/natura (qui metto hashtag a caso…). Prometto di impegnarmi!!! 🙂

    Rispondi
    • Marta Pavia says

      23/02/2017 at 17:00

      Ciao cara, sei già stata brava a tematizzare per argomenti! Ora si tratta solo affinare un po’ la tecnica (e poi un po’ di sacrosanta pigrizia ogni tanto ci sta eh 😉 ) e di esplorare qualche hashtag nuovo (ma a quello ci penso anche io con gli hashtag del mese eheh). Un abbraccio e grazie! ❤

      Rispondi
  5. Fra says

    23/02/2017 at 19:04

    Ciao Marta! È sempre un piacere leggerti! Leggendoti mi son trovata abbastanza sul pezzo diciamo 😉 Per quanto riguarda l’inserimento degli hashtag io ho una nota salvata nel telefono che aggiorno di tanto in tanto. L’ho organizzata per argomenti in modo tale che quando pubblico una foto so già in quale gruppo pescare, poi prima di cliccare magari ne aggiungo qualche altro più specifico. Diciamo che questo mi aiuta molto ma rimane un bel “lavoro” comunque quello di individuare ed usare gli hashtag giusti. Grazie per quelli che ci suggerisci tu!!

    Rispondi
    • Marta Pavia says

      23/02/2017 at 22:13

      Assolutamente sul pezzo! Anzi, avantissimo direi! 😍😘

      Rispondi
  6. Mary says

    24/02/2017 at 09:54

    Curiosa per “trucchetto per inserire molto velocemente hashtag suddivisi per argomento” .
    Brava Marta, sempre tutto interessante!

    Rispondi
    • Marta Pavia says

      24/02/2017 at 12:18

      Grazie mille Mary! ❤️

      Rispondi
  7. Chiara says

    15/03/2017 at 01:41

    Ciao Marta!:) grazie a questo post ho imparato un po’ di cose che non sapevo, avendo uno smartphone solo da due anni, anche se appassionata della piattaforma guardandola dal pc, prima non potevo fare molto e le evoluzioni del social ne ho viste poche (anche se è è soprattutto adesso che ne sta avendo parecchie!). Comunque anche io sto cercando di averne sempre di calzanti in modo tale che siano sempre coerenti con l’immagine che propongo e come diceva Alice qui in un commento, anche io li ho già pronti in una nota del cellulare in modo da andare a colpo sicuro per quelli di base e poi sistemarli a seconda del caso. Io pure sono team #primocommento, anche perché, non mi ricordo dove l’ho letto ma effettivamente è vero, mettendoli lì e non tutti nella didascalia è possibile condividere la foto anche su altri social senza inondarli di cancelletti e parole! A questo proposito ti chiedo: tu come fai interagire per esempio il tuo account Insagram e la tua pagina Facebook? Carichi le foto dal primo al secondo, oppure le carichi separatamente e magari non tutte? Ti domando perché non so per quale motivo ma “sento” molto la differenza tra questi due social e non vorrei inondare la mia bacheca con foto che stanno meglio in acque instagrammiane. So’ problemi, ahaha 😉
    ps: spero di non spammare con troppi commenti uguali, ma non sono sicura si sia caricato il commento!

    Rispondi
    • Marta Pavia says

      16/03/2017 at 11:26

      Ciao Chiara, grazie mille per il tuo commento! Mi sembra che sugli hashtag ti sei organizzata benissimo, complimenti!
      Per quanto riguarda la pubblicazione automatica su altri social, so che molti la sconsigliano a priori, dicendo, come suggerisci tu, che i contenuti devono essere pensati esplicitamente per il mezzo con cui li condividi, e quindi non sono intercambiabili. Io, lo ammetto, per molto tempo ho pubblicato automaticamente i miei post di instagram su twitter e facebook in modo indiscriminato. Ultimamente sto cercando di differenziare un po’, soprattutto per twitter, su cui la resa della foto di instagram non è ottimale (la foto non si vede, viene visualizzato solo il link, e la didascalia risulta tagliata). Secondo me devi trovare un equilibrio che funzioni per te in termini di tempo che spendi sui social e di resa nel rapporto con i tuoi followers. 😊 È un argomento molto interessante, comunque, e ti ringrazio per avermi dato questo spunto di riflessione. Magari più avanti potrei scriverci un post dedicato. Grazie e un abbraccio!

      Rispondi
  8. agatino raciti says

    18/03/2020 at 09:41

    quando si uniscono due parole, delle quali la prima finisce con accento, e la seconda comincia con consonante, quella consonante si raddoppia,, per conservazione di pronuncia.
    E si fa lo stesso dopo certi monosillabi.
    Si chiama “raddoppiamento sintattico”.
    PERCIÒ:
    #iostoaccasa

    corretto? oppure non valgono le regole sintattiche?

    Rispondi
    • martapavia says

      20/05/2020 at 08:05

      Ciao Agatino, di solito il raddoppiamento fonosintattico si manifesta nel parlato ma non nello scritto. Creare un hashtag con la doppia in fonosintassi potrebbe essere una strategia utile per ottenere un effetto particolare, che ricorda da vicino la lingua parlata, ma bisognerebbe comunicarlo con molta attenzione, perchè il rischio è che le persone poi tendano a scriverlo “sbagliato”, con una sola consonante. 🙂

      Rispondi
  9. Fabrizio says

    15/04/2021 at 09:49

    Ciao e complimenti per la chiarezza delle tue info. Ti ho trovata tramite Google perché vorrei approfondire il tema relativo alla pubblicazione delle foto tramite hastag.
    Tu dici 《…ora le foto vengono visualizzate in ordine di pubblicazione》. Esattamente, cosa significa? Io, subito dopo la pubblicazione del post, aspetto una decina di secondi e poi clicco su ogni hastag da me inserito… ma la foto non c’è! Boh…
    Grazie!!!

    Rispondi
    • martapavia says

      12/05/2021 at 13:21

      Ciao Fabrizio, sulla pagina degli hashtag ci sono due schede: più popolari e recenti. Sulla scheda “più popolari” ci sono foto che l’algoritmo di Instagram ipotizza possano piacerti. Sulla scheda “recenti”, invece, ci sono tutte le tue foto in ordine cronologico, e dovrebbe esserci anche quella che hai appunta aggiunto tu. 🙂 Se non è così, ma è piuttosto raro, è possibile che Instagram abbia limitato per qualche motivo la visibilità dei tuoi contenuti, ad esempio perchè hai violato i termini della piattaforma (non credo che sia il tuo caso, ma se fosse aspetta 15 giorni e dovrebbe tornare tutto normale).

      Rispondi

Trackbacks

  1. Gli hashtag di marzo – Marta Pavia ha detto:
    06/03/2017 alle 13:12

    […] non cedete alla tentazione di aggiungere il tag a foto non attinenti (per le ragioni di cui parlavo in un post di qualche tempo fa), fate in modo che ci sia un fiore nella foto, anche uno solo e piccolissimo […]

    Rispondi
  2. #gioiedinatale: un calendario dell’avvento su Instagram – Marta Pavia ha detto:
    30/11/2017 alle 11:54

    […] hashtag, come spiegavo in uno dei primi post di questo blog, servono a raggruppare dei contenuti e sono utilissimi come fonte di ispirazione e come luogo di […]

    Rispondi

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