Guido esce di casa ogni giorno alle dieci di sera, dopo il caffè. Non soffre d’insonnia, dice, anzi quella bevanda amarognola e calda lo rilassa. Osserva il cane Paolino che muove la coda entusiasta vicino alla porta d’ingresso e spegne il televisore, su cui viene trasmesso un melodioso valzer, con tanto di coppie eleganti che danzano vestite di strass. In cuor suo avrebbe sempre voluto imparare a ballare. “Ok, usciamo”, dice all’animale entusiasta.
Dà un’ultima occhiata allo specchio del corridoio, alla barba chiara e folta e ai capelli, che a dispetto dell’età non ne vogliono sapere di imbiancare. Indossa le scarpe e sorride pensando a sua figlia: “non puoi portare i calzini sotto i sandali, papà, sembri un tedesco in vacanza!” lo rimprovera ogni volta. Annota mentalmente di mandarle un messaggio della buonanotte, ma poi ricorda che non sa mai che ore sono da lei, lì in Brasile.
Apre la porta e il cane Paolino si precipita fuori, tirando forsennatamente il guinzaglio. “Quanta fretta, sta brau!” esclama in dialetto piemontese. Guido sa che non è del tutto normale conversare con il proprio animale domestico, ma l’ha sempre fatto, non può farne a meno. I suoi vicini di casa, però, dicono che non succedeva quando era ancora viva sua moglie Lucia.
Ora uomo e cane camminano per le strade di Torino e lui ricorda il giorno in cui, insieme alla sua consorte, ha investito i suoi risparmi in quell’appartamento signorile in un’elegante strada del centro. Non lo ammetterebbe mai ad alta voce, ma un po’ rimpiange il tempo in cui la sveglia era puntata alle cinque e, in punta di piedi, senza fare rumore, usciva nel silenzio dell’alba verso Fiat Mirafiori, alla sola luce dei bar e delle edicole di periferia.
Arrivano in piazza Carlina, uno slargo elegante che forse, pensa Guido, non si chiama nemmeno così, ma il vero nome nessuno lo sa. Il cane Paolino, indisciplinato come il padrone non ha mai osato essere, lascia un generoso ricordino davanti alle elegantissime porte a vetri dell’NH Hotel. L’uomo, un po’ imbarazzato, raccoglie il frutto della maleducazione del suo cane, e mentre fa per gettarlo nel cestino più vicino sente un suono ritmico provenire da un portone poco lontano. Si avvicina, intimando a bassa voce al suo peloso compagno di seguirlo, e sul portone nota un biglietto scritto a mano, che sventola appena attaccato a un lembo di scotch: “Corsi di ballo per tutte le età”.
Guido tentenna, non si è mai definito una persona impulsiva. Sta per voltarsi e riguadagnare il suo appartamento con sabauda dignità quando Paolino, con uno strattone al guinzaglio, varca la soglia e sparisce all’interno.
Il mio augurio è questo: occhi aperti per notare i messaggi sulle porte e qualcuno che vi spinga a varcarle (e vi aspetti dall’altra parte). Buon Natale e uno splendido anno nuovo. ❤️
Grazie a Noemi Cuffia che mi ha dato l’idea del raccontino di Natale (l’avete letto il suo, sì?) e a Lorenzo Naia, meglio noto come La tata maschio, che qualche mese fa mi ha spinta a (credere di saper) scrivere una storia e condividerla con gli altri. Se non avete ancora partecipato a un suo workshop, fatelo (scopro ora, chiaramente in ritardo, che se ne poteva addirittura regalare uno per Natale)!.

Instagram-prof
Tutti abbiamo dentro delle storie stupende. Io aiuto a raccontarle con immagini e parole
Bellissimo regalo, un dono speciale, regalare parole❤
Le tue mani così leggere sul pianoforte, sono leggere anche sulla carta, come le tue note si insinuano nel cuore anche le tue parole restano lì. Hai un sacco di qualità carissima Marta io vedo solo quelle che conosciamo tutti noi di Instagram ma posso immaginare come sei davvero! Ti auguro il meglio di tutto ! Ale
Che bella la storia e il “sta brau” mi ha fatto sorridere: sono piemontese trapiantata in Toscana e leggere qualcosa delle mie radici mi rasserena sempre😊 brava!