Questo mese avrà un solo hashtag. Non perchè non ne abbia altri nel cassetto (anzi, ne ho una lista lunghissima che non vedo l’ora di condividere!) ma perchè devo dare lo spazio che si merita a questo che, per una volta, ho contribuito in prima persona a creare. Il groviglio di emozioni, nel raccontarvelo, è grande, ma ora cerco di districarmi un po’ e spiegarvi tutto con ordine.
Prima di tutto c’è un workshop
Come alcuni di voi sapranno io e Lorenzo @latatamaschio abbiamo organizzato un workshop che si svolgerà a Torino il 20 maggio e il 16 giugno (entrambe le date sono, con mia immensa gioia e stupore, sold out).
Prima di continuare, due parole su Lorenzo sono necessarie: lui è una tata, un blogger e un autore per l’infanzia, e scrive cose così belle e giuste che ho l’istinto di scattare in piedi ed applaudire praticamente ad ogni suo post. Afferma, ad esempio, che anche gli uomini possono prendersi cura dei bambini (che siano i loro figli oppure no) e che possono affrontare la vita con una sensibilità generosa e creativa pari a quella delle donne (o perchè no, pure più grande!).
Il workshop che abbiamo ideato insieme si chiama proprio così, #hounastoriaperte. Si parlerà di fotografie e parole, e di come usarle insieme per trasformare ogni didascalia di Instagram in un piccolo racconto. Sarà un tripudio di creatività e comprenderà esercizi pratici, pranzo, passeggiate e moltissimi sorrisi.
E poi?
Ma può finire tutto lì, ci siamo chiesti, in quei due giorni? Certo, probabilmente replicheremo in autunno (incrociate le dita per noi!), ma che fare per tutti coloro che, per ragioni di tempo e di distanza, non potranno portare a Torino i propri smartphone, le proprie mani e i propri occhi ma potrebbero invece esserci con la mente e il cuore?
La risposta è arrivata come una di quelle cose che hai sempre avuto sotto gli occhi, e che improvvisamente si svela in tutta la sua potenza.
Un hashtag per raccontarci storie
#hounastoriaperte è un hashtag, come può non esserlo? Ed è stato subito chiaro che non deve appartenere solo a me e Lorenzo, e nemmeno ai soli partecipanti del workshop, ma deve essere condiviso con tutti voi.
Come ho scritto in un post di gennaio, e come mi ha fatto notare tempo fa un’amica che di storie se ne intende, Instagram sta diventando sempre di più un luogo dei racconti.
Vedo un gran desiderio di condividere esperienze reali, sincere, sfuggendo ai clichè che etichettano i social come luoghi pieni di contenuti realizzati in serie. Vedo una gran voglia di raccontarsi storie, come si farebbe intorno a un fuoco o su una spiaggia di notte, con una coperta addosso e magari qualcuno che suona e che canta.
Quindi cosa dobbiamo fare?
Per prima cosa: raccontare. Valgono le storie vere, inventate, le esperienze concrete e le metafore ardite. Valgono le didascalie che raccontano la foto e anche quelle che con l’immagine hanno meno a che fare. Valgono le storie in prima o in terza persona, al presente o al passato, le sensazioni di un attimo e i ricordi senza tempo.
Una didascalia su Instagram può contenere appena 2200 caratteri e il compito del mese è: fatene una storia.
Ultimissima cosa: io e Lorenzo, durante il workshop, condivideremo su stories una parte dei materiali e qualche spaccato delle esercitazioni, quindi ricordatevi di seguirci il 20 maggio e il 16 giugno per partecipare, in qualche modo, anche a distanza.
Che ne dite di questo hashtag? Vi piace? Pensate di usarlo? Scrivetemi cosa ne pensate qui o su Instagram.

Instagram-prof
Tutti abbiamo dentro delle storie stupende. Io aiuto a raccontarle con immagini e parole
Grazie Marta!
È davvero un bel progetto! Spero prima o poi di partecipare anche io!
Grazie