Il mio lavoro è mettere in condizione il mio clie Il mio lavoro è mettere in condizione il mio cliente di ragionare su questo equilibrio e trovare da sè la soluzione più accettabile in quel dato momento e in tutti quelli che verranno ❤️

Testo del reel: Nessuno può dirti che cosa sbagli su Instagram. La tua comunicazione online si basa sul rapporto mutevole e irripetibile tra quello che hai voglia/capacità/tempo di fare e quello che la tua comunità ha bisogno di sentire. Per questo fare piani e calendari editoriali non funziona per tutti. 

#instagram #marketingetico #comunicazione #feliceadesso
La cantante Levante, durante il festival di Sanrem La cantante Levante, durante il festival di Sanremo ha parlato in un’intervista in delle difficoltà che ha incontrato dopo la maternità, del fatto di essersi sentita persa. Commentando la notizia con alcune persone in direct e sono giunta alle riflessioni che riporto qui, perché vorrei ne restasse traccia.

È probabile che la maternità implichi necessariamente il “perdersi”. Non ho le conoscenze cliniche per definire i confini della depressione post partum, e non voglio nemmeno fare l’errore di minimizzarla parlando di “ormoni” o “natura femminile”, però ecco, se fosse obbligatorio passare di lì? Se fosse una roba come i terrible two, o l’adolescenza? Se, come dice la mia amica angelicanucera, perdersi fosse parte del processo?

A quel punto forse potrebbe essere più accettabile anche la sconvolgente consapevolezza che… ritrovarsi non è possibile. Perchè no, non si ritrova mai la “se stessa” di prima. Possiamo andare solo avanti. Possiamo solo imparare osservare minuziosamente, come fosse un oggetto da toccare, annusare, assaggiare, il cambiamento portiamo con noi, in ogni momento. Come l’ha definito un’altra amica saggia @flavia_chiarelli, un’”eterna caduta” in cui dobbiamo imparare a stare. 

Vorrei avere soluzioni per tutti ma le uniche che ho avuto la possibilità (e l’innegabile privilegio) di applicare su di me sono state la psicoterapia, la cura di me stessa, la ricerca di aiuto e il confronto con altre persone. 
Per questo, nonostante il tema della mia pagina sia tutt’altro, lo scrivo qui. Sogno un mondo in cui l’educazione emotiva e l’attenzione alla salute mentale siano all’ordine del giorno, e in cui il sostegno alla maternità e alla genitorialità sia diffuso e quotidiano, anche senza quel famoso “villaggio” che la società capitalista/occidentale ha smantellato. Chissà, forse per la generazione di Lucio c’è speranza?

La foto stupenda è di @julyelatribu 💚
#maternità #salutementale #sanremo
Video completo al link in bio! Abbiamo scelto “D Video completo al link in bio! Abbiamo scelto “Driving home for Christmas” perché questo trasloco è stato un lungo e tortuoso viaggio verso il nostro nuovo nido, il posto che stiamo imparando a chiamare casa. 
Tecnicamente è imperfetto, impolverato e un po’ traballante, ma speriamo che rivivere con voi questo viaggio ci aiuti a esorcizzare questo momento di passaggio e la travolgente valanga di emozioni che porta con sè. Trovate il link per guardarlo tutto nella mia bio e sulle stories ⬆️

(non abbiamo pubblicato qui la versione integrale perché IG non permette più di visualizzare i video orizzontali a schermo intero 😏)
L’impallamento è uno stacco di montaggio sempli L’impallamento è uno stacco di montaggio semplice da realizzare e molto efficace: consiste nel coprire completamente l’obiettivo per dare una sensazione di continuità tra due clip. Per realizzarlo possiamo usare un oggetto, una mano, oppure far passare il telefono dietro a una colonna, un muro, un passante. 

Il compito per le #gioiedinatale di oggi è realizzare un brevissimo reel usando questa tecnica! Potete fare un magico cambio d’abito o di acconciatura, o teletrasportarvi da un posto all’altro come abbiamo fatto io e @gion_snow da Torino a Milano!

Ricordatevi di condividere i vostri reel sulle stories taggandoci, così li vedremo più facilmente ✨
Copiate questo reel! Per le #gioiedinatale di oggi Copiate questo reel! Per le #gioiedinatale di oggi vi invito a usare la funzione “usa modello” per ricreare questo reel di saluto e ringraziamento al 2022. 

Vi serviranno 12 contenuti, foto o video, già presenti sul vostro rullino (idealmente, uno per ogni mese dell’anno?). Il primo clip è più lungo degli altri, quindi vi consiglierei, per rendere il tutto più vivace, di inserire lì un video anziché una foto. Gli altri sono molto brevi, quindi va bene tutto 😊

La voce registrata dice “Dear 2022, thanks for the memories”. Potete decidere di scriverlo con la funzione testo dei reel, come ho fatto io, ma non è obbligatorio 😊
Buon weekend e buoni ricordi ❤️
Per la lingua italiana, ahimè, non esiste una fun Per la lingua italiana, ahimè, non esiste una funzione nativa di Instagram che inserisce i sottotitoli prima della pubblicazione.
Potete farlo, però, con l’app di montaggio gratuita CapCut. 

Se volete sottotitolare delle stories dovrete salvarle sul telefono, sottotitolarle, e poi ricaricarle su IG.

Per la sfida di oggi di #gioiedinatale vi chiedo di registrare un video in cui parlate, sottotitolarlo seguendo questo tutorial, e pubblicarlo sulle stories taggandomi. Potete scegliere qualsiasi argomento: salutare, raccontarmi un episodio oppure dire parole a caso come fanno i cantanti nei sound check 😁

Non vedo l’ora di vedere i risultati 😍
Condividete la vostra foto taggandomi, aggiungendo Condividete la vostra foto taggandomi, aggiungendo l’hashtag #gioiedinatale e usando l’adesivo sulle mie stories ✨

Per scattare delle bellissime foto natalizie effetto bokeh non è necessaria una macchina fotografica professionale, basta “ingannare” il telefono facendogli credere che ci serve una messa a fuoco molto, molto vicina. Poi dobbiamo semplicemente inquadrare le lucine (regolando, se serve, l’esposizione) e scattare! 😍

Per questa sfida ho preso spunto dalla domanda di @emanuelaflamini, che ringrazio per l’idea 💛

#bokeh #tutorial #hoquestacosacolnatale
La chiamiamo “transizione”, ma in realtà si t La chiamiamo “transizione”, ma in realtà si tratta di uno stacco di montaggio molto usato nel linguaggio cinematografico: lo stacco sul movimento. Serve a dare la sensazione che il movimento cominci in una clip e finisca in quella successiva. Nei Reel si usa spesso per ottenere un effetto “magico”, come un cambio di scenario, di allestimento, di vestiti…

Ecco qualche accorgimento importante per realizzarlo bene:
- quando registrate, dovete ripetere il movimento in tutte e due le clip, il più possibile uguale (occhio alla posizione dei capelli, delle mani, dei vestiti)
- il telefono deve essere fermo nello stesso punto, su un cavalletto o appoggiato in modo molto saldo (piuttosto, per non rischiare di spostarlo, fate un’unica registrazione lunghissima anziché due clip separate e tagliate dopo)
-la persona che “recita” si deve trovare il più possibile nello stesso punto (memorizzate la piastrella del pavimento, oppure lasciate lì le scarpe, o mettete un segno poco visibile come un pezzo di scotch)
-non è necessario ripetere il gesto che vedete nei reel tutorial, potete sceglierne uno che vi è comodo (e che vi sembra facile). Vale tutto: battito di mani, schiocco di dita, salto, piroetta, e tutto quello che la fantasia vi suggerisce!

Per la sfida di oggi delle #gioiedinatale vi invitiamo a creare il vostro Reel con stacco sul movimento: scegliete un gesto da fare nel video e fate in modo che, come per magia, intorno a voi cambi qualcosa (punti bonus se ci infilate qualche decorazione natalizia ✨🎄). Io e @gion_snow non vediamo l’ora di vedere il risultato!
In lavanderia è un mix di detersivo, lavanda e di In lavanderia è un mix di detersivo, lavanda e disinfettante. In cucina una miscela di pane, bucce di mandarino e tovaglie pulite. Nel bagno un miscuglio di shampoo, borotalco e crema per le mani. Oggi è un mese esatto che viviamo tra queste mura e finalmente sta accadendo: le stanze cominciano ad avere un odore.
È buffo che questo accada nei giorni più corti dell’anno, mentre una grossa fetta di umanità accende luci dietro le finestre perché l’inverno è buio, freddo, e fa paura. È strano e quasi salvifico che, dopo la tempesta emotiva del trasloco, io mi senta in grado, finalmente, proprio ora, di dare  spazio a queste parole: inizio a sentirmi a casa. #fareluce #gioiedinatale

[il post si è trasformato spontaneamente in un #photodump di questo primo mese a casa nuova 😁]
Per la casellina di oggi di #gioiedinatale vi prop Per la casellina di oggi di #gioiedinatale vi propongo questa tecnica che ho imparato dalla bravissima @momisdancing! Scattate il vostro selfie raffinato, e poi pubblicatelo con l’hashtag #gioiedinatale o condividetelo sulle stories usando l’adesivo apposito che ho creato ✨

Sintetizzo anche i qui i passaggi per scattare un selfie che sembra un vero ritratto:

- piazzatevi vicino a una finestra, meglio se la luce viene da un lato
- abbassate l’esposizione usando il cursore della vostra fotocamera (quasi tutti i telefoni ce l’hanno, quindi se non l’avete mai usato cercate bene, secondo me c’è!)
- assumete un’espressione un po’ enigmatica, ad esempio con una mano vicino al viso o guardando di lato
- se vi va, completate il vostro ritratto editando ancora un po’ la foto per adattarla al vostro stile
  • Skip to primary navigation
  • Skip to content
  • Skip to primary sidebar
  • Home
  • Chi sono
  • Contatti
  • Consulenze e corsi
    • Una consulenza con la prof
    • Corso individuale
  • Hashtag del mese
  • Tutti gli hashtag

Marta Pavia

Instagram prof

You are here: Home / usare bene Instagram / Quella volta che ho chiesto a Instagram di smettere di seguirmi

usare bene Instagram · 12/11/2018

Quella volta che ho chiesto a Instagram di smettere di seguirmi

Ho una storia da raccontarvi: una storia strana, che comincia bene e finisce bene, ma in mezzo è successo qualcosa che mi ha fatta pensare moltissimo al mio lavoro e al modo in cui tutti noi ci rapportiamo con questi meravigliosi, complicati e anarchici strumenti che sono i social network.

Il repost

Tutto è cominciato quando un mese fa il profilo ufficiale di @instagram ha ripostato una mia foto. Era un sabato qualsiasi, stavo prendendo una tisana con il mio compagno e la mia mamma e SBAM: sono stata travolta da decine, centinaia di notifiche. Se volete vedere la mia faccia qualche secondo dopo la rivelazione l’ho immortalata in una story in evidenza. Nel post qui sotto racconto più o meno com’è andata, compreso il fatto che un dipendente di Instagram, qualche giorno prima, mi avesse avvisata, ma io non ci avessi creduto:

View this post on Instagram

E così una settimana fa è successo: Instagram mi ha repostata. Questa foto, che avevo pubblicato il 15 maggio sul mio profilo, è stata condivisa da @instagram in persona il 6 ottobre, per festeggiare l’ottavo compleanno dell’app. 🍫 È stato un po’ come quella volta che ho vinto un uovo di Pasqua gigante alla lotteria del negozio sotto casa. “Guarda che l’hai vinto tu, sul serio! Pesa cinque chili!” mi ha dovuto ripetere più volte la panettiera, con voce giuliva, mentre mi porgeva il sacchetto del pane. Il fatto è che, come con l’uovo di Pasqua, non ci ho creduto subito. C’era stato, qualche giorno prima, un commento che mi avvisava delle intenzioni di Instagram (lo trovate ancora sotto il post di maggio) ma io non mi ero fidata! “Figuriamoci se su un miliardo di utenti ripubblicano proprio me! Anzi questo tizio vorrà la mia mail per hackerarmi il profilo” ho pensato, orgogliosa di questo mio inedito moto di astuzia. Così, sabato scorso, quando ho visto arrivare una quantità inaudita di notifiche, non ho capito subito. Ho iniziato a intuire qualcosa dopo un messaggio vocale di @val_ina: “apri Instagraaaam, sei su Instagraaaam!”. Cosa? In che senso? Insomma per farla breve prima sono stata incredula, poi felice e orgogliosa come se avessi ricevuto una laurea ad honorem (non credo che esista una parola per esprimere la sensazione che si prova davanti alla notifica “@instagram ha iniziato a seguirti su Instagram”). ❤️ La conseguenza è che sono approdate a questo profilo qualcosa come settemila persone nuove (e ne stanno ancora arrivando!) e sono divisa tra la responsabilità di raccontare la mie storia a così tanta gente e la tentazione di perdermi a osservare le loro vite in tutti gli angoli più remoti della terra. Ma la cosa che mi ha stupita di più è stato l’abbraccio virtuale che ho ricevuto da tutti voi. Sono commossa all’idea che qualcuno abbia a cuore i miei successi quanto (o forse ancor più di) me. Siete stupendi, e riscaldate l’anima almeno quanto quei cinque chili di cioccolato. 🙏🏻 #feliceadesso #myinstagramlogo

A post shared by Marta Pavia – #feliceadesso (@zuccaviolina) on Oct 14, 2018 at 3:41am PDT

Ovvio che sono stata enormemente felice di aver ricevuto questo riconoscimento, che sta all’instagramer più o meno come una laurea ad honorem sta ad un accademico, e mi ha fatto ancora più piacere l’abbraccio virtuale in cui tutti voi mi avete stretta dopo averlo saputo.

I nuovi follower

Naturalmente dopo il repost sono stata raggiunta da centinaia, anzi migliaia di persone nuove da tutto il mondo. Il profilo stesso di Instagram, con mia immensa soddisfazione, è entrato a far parte dei miei seguaci.

Follow di Instagram.png

Ho avuto un po’ di ansia al pensiero che così tante persone entrassero a far parte della mia community, e che la maggior parte di esse non parlasse l’italiano (mi devo decidere a imparare l’inglese prima o poi), e le ho messe a tacere preparando una piccola story di presentazione in inglese (piena di strafalcioni, lo so).

Ma quando smettono?

Il fatto è che la valanga di nuovi follower, che avevo previsto si sarebbe esaurita nel giro di qualche giorno, non smetteva di travolgere il mio profilo. Dopo circa una settimana avevo raggiunto la ragguardevole cifra di 31.000 follower, circa 10.000 in più di quelli che avevo al momento del repost. Anche per una persona come me, decisamente poco avvezza ai numeri (come affermo, ironia della sorte, proprio nel post originario che instagram ha riproposto) una tale cifra iniziava ad essere vagamente sospetta.

Schermata 2018-11-11 alle 17.07.53.png

Questo screenshot è tratto da un sito utilissimo che si chiama Ninjalitics, che vi permette di visualizzare le statistiche pubbliche di qualsiasi profilo Instagram, vostro o di altri (saldo tra followers persi/guadagnati ogni giorno, tasso di engagement, post recenti con le migliori prestazioni). Come potete vedere dopo il repost la crescita è stata esponenziale e quasi incontrollata.

Devo iniziare a preoccuparmi?

Con il passare delle settimane la situazione non accennava a cambiare. “Ti seguono persone nuove, qual è il problema?” mi diceva qualcuno. Il fatto è che i profili di questi nuovi seguaci mi impensierivano un po’: alcuni erano totalmente privi di foto, altri cambiavano drasticamente numero di followers/followings nel giro di pochi minuti, e il 90% proveniva da paesi asiatici nei quali mi sembrava impossibile potesse esistere un tale genuino trasporto verso il profilo di una qualsiasi “instagram-coach” italiana, che conduce le sue giornate fotografando foglie secche, gatti e tasti di pianoforte.

A un certo punto ho maturato una tragica e inconfutabile consapevolezza: erano finti. Almeno una buona percentuale delle persone che iniziavano a seguirmi (a ondate di circa 400-500 al giorno) era composta da profili falsi, hackerati, o appartenenti a persone che stavano facendo uso di bot o di software poco raccomandabili per tentare di aumentare artificialmente la propria popolarità.

Ok, ho l’ansia

Non sono una persona che brilla per razionalità e sangue freddo, ma credo che al mio posto chiunque avrebbe cominciato a preoccuparsi un po’. Non solo il fenomeno non accennava a diminuire, ma io iniziavo a perdermi notifiche importanti, perchè la mia schermata home era costantemente piena di avvisi sui nuovi profili arrivati, tra i quali tutto il resto si perdeva come una goccia nel mare.

follower.jpg

Inoltre, la mia percentuale di seguaci italiani, cioè tutte le persone che verosimilmente avevano iniziato a seguirmi con cognizione di causa e per sincero affetto verso il mio lavoro, iniziava ad assottigliarsi sempre di più, passando da un dignitosissimo 83% a un preoccupante 52%, come potete vedere da questi screenshot delle mie statistiche.nazionalita_follower.png

Cosa posso farci?

Naturalmente a questo punto ho iniziato a domandarmi come affrontare la questione. Ho scritto all’assistenza di Facebook e di Instagram, ricevendo una risposta negativa dalla prima, e nessuna risposta dalla seconda. Allora ho chiesto aiuto a Marika di @breakfast_and_coffee_, che aveva avuto un problema simile al mio (le erano stati recapitati ottomila follower finti, probabilmente da qualcuno che aveva coscientemente deciso di farle un dispetto). È stata molto comprensiva e mi ha dato due consigli utilissimi: il primo era quello di provare a cambiare l’username per far perdere il link ai bot (strategia che con lei ha funzionato, e che le ha permesso di eliminare manualmente, con infinita pazienza, tutti i seguaci fittizi). Il secondo era quello di consultare i ragazzi di Ninjalitics, che in effetti mi hanno dato un supporto morale e tecnico insostituibile. Ho parlato anche con Lidia di @nonsolofood, che aveva risolto un problema simile al mio impostando per qualche tempo il profilo come privato, e con Federica @rikaformica, che anni fa, essendo stata suggerita da Instagram, aveva guadagnato molti follower inattivi, e aveva messo un freno a questa seccatura facendo pulizia manualmente e raccontando la questione sulle sue stories.

Il fatto è che con me nessuna di queste strategie pareva funzionare. Il cambio di nome (avevo aggiunto un underscore in fondo per qualche ora) non aveva sortito alcun effetto, l’eliminazione manuale dei follower era impensabile perchè continuavano ad arrivare a centinaia al giorno e sarebbe stato come tentare di svuotare il mare con un secchiello.

Perdere la faccia

Per un paio di settimane ho provato ad essere zen: non puoi preoccuparti di qualcosa che non puoi controllare, Marta, devi solo aspettare che le cose si sistemino da sole. Continua a fare il tuo lavoro, a farlo bene, le persone che ti seguono e ti conoscono non smetteranno di apprezzarti per questo. Però…

Però lo so quanto conta l’onestà sui social, quanto è importante per me e per le persone che mi circondano. E per quanto non fosse un peccato che commettevo consapevolmente, anzi l’avrei volentieri evitato, ho iniziato a temere che gli altri se ne accorgessero. Ho iniziato a sentirmi in colpa, a essere preoccupata per i miei clienti e le mie collaborazioni in atto. Quando @ch_ecco, bravo ragazzo e ottimo food blogger, in assoluta buona fede mi ha chiesto “Marta, che succede ai tuoi follower?” ho cominciato davvero a riflettere (e a disperarmi).

Quanto il mio lavoro e la mia credibilità dipendono dalla mia community? Quanto quei numeri sul mio profilo garantiscono la mia professionalità e le mie capacità? Senza la mia pagina sono sempre io, o non sono nulla? Certo, Instagram è solo un mezzo, un contenitore, ma quanto questo contenitore dà valore al contenuto? Se le mie competenze sono rinchiuse in una casa coi vetri rotti e deformanti rimangono le stesse o diventano irriconoscibili?

Ho pensato seriamente (e ne sono ancora convinta) di aver sbagliato ad affidare tutta la mia comunicazione a uno strumento che non solo non mi appartiene, ma sul quale non ho sostanzialmente nessun controllo. Tra i propositi per il nuovo anno ci sarà sicuramente quello di continuare a lavorare per costruirmi un sito ben fatto e professionale, di potenziare la newsletter, di terminare i lavori nello studio per organizzare eventi live, workshop e momenti di incontro veri, tangibili, offline.

Il lieto fine

A un certo punto della scorsa settimana mi sono ammalata, ho preso una tracheite abbastanza brutta, che mi ha costretto a due giorni di riposo sotto antibiotico. Probabilmente è stata l’immobilità forzata che mi ha costretta a ragionare e mi ha suggerito la soluzione.

Se il problema era partito dal profilo di Instagram, forse il profilo di Instagram poteva risolverlo. Così ho scritto alla persona che mi aveva contattata per propormi il repost, che con estrema gentilezza mi ha risposto, sintetizzando: “Ehi, grazie per avermelo detto, capita a volte con le persone che repostiamo ed è dovuto al fatto che Instagram ti segue. Ora proviamo a toglierti il follow così vediamo cosa succede”.risposta_instagram.PNG

Ha funzionato. Instagram ha smesso di seguirmi e i follower hanno smesso immediatamente di arrivare. Evidentemente qualcuno ha impostato un bot (o numerosi bot) sulla lista dei profili seguiti da @instagram, che a quanto pare non ha modo di evitarlo. Dev’essere per questo che la pagina segue un numero ridicolo di persone, appena 210, per non dare il problema a troppi utenti.

Meglio perderli

Immagino possa sembrare abbastanza ironico a chi non è passato attraverso un’esperienza simile, ma negli ultimi giorni il numero di miei seguaci ha iniziato a scendere drasticamente (tra le caratteristiche tipiche dei bot c’è proprio il fatto che prima o poi smettono di seguire i profili che hanno aggiunto) e io non potrei essere più felice (lo screen è sempre tratto da Ninjalitics, dove potete consultare anche voi i miei insights).follower_persi.png

Ci vorranno settimane, forse mesi, perchè la situazione ritorni normale. Nei ritagli di tempo proverò a rimuoverne qualcuno manualmente (fino a qualche settimana fa non sapevo nemmeno si potesse fare), ma devo dire che ho un problema, sono troppo sentimentale: mi perdo a sfogliare i profili di queste adorabili adolescenti indonesiane, che vanno a scuola tutte vestite uguali e con il velo in testa, e penso “ma se mi avesse seguita veramente?”, oppure finisco per ascoltare i sottofondi musicali delle stories di ragazzotti indiani e mi ritrovo a pensare a quanto questo mondo sia immenso e pieno di suoni, abitudini, sentimenti, usanze che noi non riusciamo nemmeno a immaginare.

La morale della storia

Se questo fosse un racconto tradizionale, come quello del pesciolino d’oro che mi raccontava sempre mia nonna, ne trarrei un insegnamento tipo “a un grande onore corrisponde sempre una vertiginosa caduta” o “ogni incantesimo potente ha un prezzo salato da pagare”.

Invece non credo ci sia davvero una conclusione morale da trarre, ma una cosa l’ho capita: devo lavorare sulle mie competenze e sui miei contatti anche al di fuori di Instagram, che per sua natura è solo il mezzo, e non il fine di quello che faccio. I numeri, per quanto io dica che non sono importanti, parlano del mio pubblico, e il mio pubblico mi definisce molto di più di quanto non pensassi. Mi pare questa la sede migliore, quindi, per ringraziarvi ancora una volta di essere qui e di aver letto le mie parole. Siete preziosi, uno per uno, e vi sono grata.

ritratto marta pavia
martapavia

Instagram-prof
Tutti abbiamo dentro delle storie stupende. Io aiuto a raccontarle con immagini e parole

Previous Post: « Gli hashtag dell’autunno
Next Post: #gioiedinatale 2018: un calendario dell’avvento fatto per creare »

Reader Interactions

Comments

  1. Marika says

    12/11/2018 at 18:03

    Ho letto il tuo post con grande interesse. Apprezzo molto ciò che fai, ciò che scrivi e, relativamente a questa questione di cui parli nel post, ho riflettuto anche io.
    Da un po’ ho blog personale il cui fil rouge è la creatività. Parlo di arte, di Sicilia, di storie e mi piace molto farlo. Ho canalizzato su giallolimoni un salto positivo nella mia vita e, tecnicamente, un master in comunicazione, il mio attuale lavoro e me.
    Sono pochissime le persone che seguono, che ascoltano le mie storie. Utilizzo spesso copy di storie che scrivo, anche con il mio compagno, per le foto di Instagram; i follower aumentano e poi spariscono. I numeri purtroppo hanno un ruolo non indifferente ma la frenesia nel considerali ha declassato Instagram che, come ben dici, è uno strumento.
    Spero di non averti tediata con questa mia considerazione 🙂
    Marika!

    Rispondi
    • Marta Pavia says

      13/11/2018 at 17:03

      Grazie mille Marika per il tuo commento! Concordo assolutamente con te, una comunicazione sana mette in secondo piano i numeri e in primo piano ciò che conta veramente: le storie che raccontiamo. 🙂

      Rispondi
  2. Giulia Robert says

    12/11/2018 at 20:55

    Finalmente riesco a prendermi il tempo per leggere tutto per bene. Come già ti dicevo oggi qualcosa lo avevo intuito, perché guardando (non con ninjalitics, che uso un sacco per lavoro) il tuo profilo ogni volta che ci entravo notavo troppo troppo cambiamento di numeri, che non è mai una cosa buona (quando così in massa).
    Quindi meno male che stanno diminuendo, anche se ci vorrà ancora tempo.. ma sicuramente la cosa che avrei pensato di consigliarti (che è quella con cui sto facendo una testa quadra a scuola e in ogni luogo e in ogni lago) è quella di puntare di più sugli strumenti proprietari (blog e newsletter), perché solo i soli su cui potrai (potremo) sempre contare, anche quando Instagram o Facebook non ci saranno più o si saranno trasformati in chissà cos’altro.
    Per altro questo è un consiglio che do e, come nei proverbi, poi stento a seguire, perché quando si investe tanto su uno o più canali è difficile poi dirsi “vabbè, ma anche meno”.
    E invece, “vabbè, anche meno”, e viva i post e le newsletter, che permettono anche una profondità di indagine delle cose che alle volte scordiamo.
    Comunque io, oltre a rivolgermi a Quelo, avrei anche un’altra soluzione, ma la troviamo insieme sul fondo di un bicchiere, spero più prima che poi 😉

    Rispondi
    • Marta Pavia says

      13/11/2018 at 17:04

      Eh non è facile razzolare bene in questo campo, perchè le cose da fare sono tante e non si riesce a starci dietro! Non vedo l’ora di prevedere con te il futuro attraverso le bollicine dorate di una birra!

      Rispondi
  3. fabiop73 says

    14/11/2018 at 18:52

    Complimenti. Bellissimo resoconto, grazie per averlo condiviso.
    Concordo totalmente con il concetto che sia sbagliato ad affidare tutta la propria comunicazione a uno strumento sul quale non si ha sostanzialmente nessun controllo, anche se molti non se ne rendono conto.
    Ho perso il conto delle volte in cui negli ultimi anni ho dovuto spiegare l’importanza di avere un sito per essere proprietari dei propri contenuti. Quasi nessuno pensa che il tempo speso sui social è dedicato a lavorare per la piattaforma (ma se ti serve per uno scopo e ne sei consapevole è un investimento).
    Spero ti faccia piacere se d’ora in poi inizierò a indirizzare a questo post quelli che più hanno bisogno di una conferma reale di questi concetti.

    Rispondi
    • Marta Pavia says

      15/11/2018 at 01:00

      Ciao Fabio, grazie mille per il tuo commento! Sono contenta di aver dato voce a riflessioni che possono essere utili per gli altri, e sarò molto felice di accogliere i visitatori che indirizzerai qui. 🙂

      Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Primary Sidebar

Eccomi!

ritratto marta pavia

Instagram-prof

Tutti abbiamo dentro delle storie stupende. Io aiuto a raccontarle con immagini e parole.

Mi trovate anche qui

Archivi

  • Febbraio 2023
  • Marzo 2021
  • Febbraio 2021
  • Novembre 2020
  • Ottobre 2020
  • Settembre 2020
  • Maggio 2020
  • Marzo 2020
  • Gennaio 2020
  • Novembre 2019
  • Ottobre 2019
  • Settembre 2019
  • Maggio 2019
  • Febbraio 2019
  • Gennaio 2019
  • Novembre 2018
  • Ottobre 2018
  • Settembre 2018
  • Luglio 2018
  • Giugno 2018
  • Maggio 2018
  • Aprile 2018
  • Marzo 2018
  • Febbraio 2018
  • Gennaio 2018
  • Dicembre 2017
  • Novembre 2017
  • Ottobre 2017
  • Settembre 2017
  • Agosto 2017
  • Luglio 2017
  • Giugno 2017
  • Maggio 2017
  • Aprile 2017
  • Marzo 2017
  • Febbraio 2017

Tag

autunno (4) flowinitaliano (1) natale (7) primavera (7) torino (1) tutorial (1)

© 2023 Marta Pavia - Instagram prof
Via San Paolo, 6 bis, 10138, Torino (TO) - C.F. PVAMRT86B61F335T - P.IVA 11686310019
PRIVACY POLICY - COOKIE POLICY