Zucca, dove sei finita? Sono bloccata, imbottiglia Zucca, dove sei finita? Sono bloccata, imbottigliata e travolta da:

- Tre settimane di degenza Covid + tampone negativo di tutti per rientro al nido + un paio di giorni di asilo chiuso, cioè sostanzialmente un mese senza lavorare
- Lo scoppio della guerra in Ucraina che mi rende letteralmente doloroso frequentare i social network
- Un’altra settimana, quella in corso, di influenza “normale” per Lucio e per il suo papà, che non vuole passare (prenderà anche me?)
- Il lavoro arretrato di un mese che incombe, consulenze spostate e scadenze mancate, impossibilità totale di fare programmi

So che probabilmente sto descrivendo la situazione in cui si trovano moltissime e moltissimi di voi. 
È interessante che all’indomani della giornata internazionale della donna io sia qui, affondata sul divano con un bambino sul petto a domandarmi: che faccio, mi giustifico per scadenze mancate e lavoro non svolto tirando in ballo mio figlio che sta male? Oppure è meglio non fornire spiegazioni e limitarmi a chiedere scusa? 🙄
Anni fa, quando non ero ancora madre, ho provato a discolparmi per un errore dicendo “mi dispiace, è che ho troppe cose da fare”, e mi è stato risposto, letteralmente “questa è una presa per il c**o, tutti abbiamo troppe cose da fare”. Quel giorno ho pianto di rabbia e vergogna per ore e da allora, onestamente, ho smesso di aspettarmi dagli altri una risposta empatica. Voi cosa fate in queste situazioni? 
#raccontatimamma #amosenzamisura
Ieri nelle stories ho pubblicato queste parole, e Ieri nelle stories ho pubblicato queste parole, e ho ricevuto decine di messaggi di persone che si sono riconosciute nella mia esperienza. Le riporto qui perché vorrei che ne restasse traccia:

Quando è nato Lucio ho sentito per moltissimi mesi una voragine incolmabile tra me e la società. Quello che volevo non erano tanto asili nido gratuiti e maternità pagata per mesi. O meglio, avrebbero aiutato, ma… io in realtà sentivo che mi era negato il diritto a qualcosa di più ancestrale: quello che Ivan di @conguidoit nella sua ultima newsletter chiama “il tempo dell'esistenza". 

Sentivo di avere diritto a mesi, se non anni, da passare a osservare quella vita nuova schiudersi e farsi spazio. 
Senza l'obbligo di lavorare, senza il problema della solitudine. 
Sentivo di avere diritto ad altre braccia, molte braccia su cui posare il corpo addormentato di mio figlio, non il bisogno di apprendere gli orari, le finestre di veglia, la fisiologia del sonno per riuscire a depositarlo quanto prima nella culla e poter tornare a svolgere una vita "produttiva". 

Non so se esiste un tipo di welfare che può garantire questo. Ma io credo che alle donne e agli uomini, ai padri e alle madri, dovrebbe essere dato il diritto di veder crescere i propri figli. 
Abbiamo costruito un tipo di società che non è per niente sostenibile, se ci costringe a passare la maggior parte delle ore del giorno, tutte quelle in cui splende il sole, lontano dalle persone che amiamo. 

Le rivendicazioni sugli asili nido o sulla parità di divisione dei compiti tra uomini e donne sono molto sensate, le approvo moltissimo.
Ma il problema è a monte: tutti, madri e padri, dovrebbero avere il diritto di passare intere giornate a osservare, consolare e cullare i propri figli. E non solo quando sono appena nati. 

Durante i primi mesi di vita di Lucio ho sentito pronunciare mille volte la classica frase "per crescere un bambino ci vuole un villaggio". Il problema della nostra società è che il villaggio non c'è, perché nessuno ha tempo. A nessuno è concesso l'improduttivo, prezioso, salvifico e perfino sacro "tempo dell'esistenza".
Da bambina mi era concesso guardare la TV, la sera Da bambina mi era concesso guardare la TV, la sera, solo in tre circostanze: se veniva trasmesso un film imperdibile “che poi chissà quando lo ridanno!”, se c’era un programma satirico di Corrado Guzzanti (il che dice molto sui miei riferimenti etico-politici) oppure se era la settimana del festival di Sanremo.
Dovete immaginarvi le stanze della nostra casa di allora come tante piccole scatole impilate l’una sull’altra, collegate da una scala a chiocciola in legno. Le nostre due televisioni, come dive capricciose e rivali, si trovavano ai margini opposti: una in basso, nella cucina, e l’altra in cima, nella mansarda.
Finita la cena, con la stufa in procinto di spegnersi, mentre lo schermo sfolgorava irresistibile nella penombra, qualcuno prima o poi pronunciava la frase “forse dovremmo andar su”. “Aspettiamo la prossima pubblicità”, si rispondeva. Ma la temperatura, d’inverno, scendeva in fretta, e le sedie diventavano presto scomode. “Dai, salgo io”, “mannò, vado io tra qualche minuto”, “ok, va bene”.
Alla fine, un valoroso membro della famiglia smetteva di procrastinare, scalava le rampe due gradini alla volta e accendeva l’altro apparecchio annunciando a gran voce “fattooo!”. A quel punto, con il dito già sul pulsante off, si indugiava ancora qualche secondo ad apprezzare l’eco sfasato delle due televisioni che si sovrapponevano agguerrite come cantanti avversarie in una gara di stornelli. Poi si salivano i gradini in fretta, aguzzando le orecchie per non perdere nemmeno un minuto di trasmissione. Inutile dire che ovviamente, appena sistemati sul divano, nel 90% dei casi partiva la pubblicità.
Amo il pulsante “pausa” di Netflix almeno quanto rimpiango le serate passate su quei cuscini (per non parlare di chi ci era seduto sopra 🥲). Tra qualche giorno riparte Sanremo e se volete raggiungermi su questo grande divano virtuale date un’occhiata alle mie stories in evidenza “Fantasanremo”, oppure, se vi va, sedetevi qui con me e raccontatemi i vostri primi ricordi “televisivi” 📺🛋
#hounastoriaperte #feliceadesso #sanremo
✨ Aprite il video per vederlo a schermo intero ✨
Con le #gioiedinatale ci ho preso gusto, ed ecco un altro tutorial per la rubrica “Reel in 20 minuti”. Questo format è semplice da realizzare, permette di riutilizzare video già girati, e ci dà la possibilità di dedicare un ringraziamento di fine anno a noi stessi, che diciamoci la verità, ce lo siamo proprio meritato! 💛
Come sempre se avete domande o difficoltà la prof è a vostra disposizione, scrivetemi qui nei commenti! ⬇️🥰
#feliceadesso #tutorial #buonanno
Il nostro secondo Natale con Lucio, il nostro seco Il nostro secondo Natale con Lucio, il nostro secondo Natale in pandemia, eppure per noi entusiasti delle feste la bellezza scintillante di questi giorni è sempre sorprendente come la prima volta ✨
Quest'anno io e @dario.mimmo siamo stati ospitati da @pradibrec, un posto magico gestito da parenti del mio ramo canavesano 🏔
Abbiamo messo insieme una canzone della tradizione inglese, un'autoarpa, una Polaroid e un bambino di un anno e mezzo, e ne siamo usciti miracolosamente vivi! Buona visione e auguri ❤️
#gioiedinatale #polaroid #autoharp #thefirstnoel
✨Aprite il video per vederlo a schermo intero✨ ✨Aprite il video per vederlo a schermo intero✨
Oggi vi propongo di provare a realizzare questo reel semplice e rilassante. Stavolta, per variare rispetto ai precedenti (trovate tutti i tutorial sul mio profilo), ho deciso di mostrarvi come si realizza un reel con video già esistenti, ma se non ne avete potete anche realizzarne di appositi. L’importante è che siano evocativi e diano un senso di relax.
I video presenti nel reel sono una piccola anticipazione del videoclip della nostra cover natalizia 2021, che pubblicheremo a giorni 😍✨ #gioiedinatale
✨ Aprite il video per vederlo a schermo intero ✨

Oggi vi chiedo, per #gioiedinatale, di realizzare questo semplicissimo reel. Il testo dice “so I read a book, or maybe two or three”, cioè “leggo un libro, oppure due o tre”, ed è tratto dalla canzone iniziale del film Disney Rapunzel, dove la ragazza elenca i passatempi (da nerd) con cui ammazza il tempo dentro alla torre in cui è imprigionata.

Qualche ulteriore accortezza:
- scegliete tre libri che amate
- esercitatevi qualche volta con il movimento, perché la prima volta vi cadranno tutti insieme 😁
- mettete un cuscino o una coperta per terra, che i libri cadendo si rovinano!
- fate in modo di andare il più possibile al tempo con il testo 
- se non avete a disposizione qualcuno che vi aiuti a girare, usate la funzione timer di reel (si trova toccando sul cronometro a sinistra)
- nella didascalia spiegate brevemente perché avete scelto proprio quei libri e per quale motivo i vostri follower dovrebbero proprio leggerli!

Se avete domande, la prof è a vostra disposizione! 💛📚
Il sole che filtra dalla persiana La lampadina del Il sole che filtra dalla persiana
La lampadina del fasciatoio
L’alba che spunta sui tetti innevati
Il lampadario del corridoio

I led dell’albero di Natale
I faretti accesi della cucina
Quella candela sul davanzale
E la lanterna della cantina

Povere lampade, loro non sanno
Che anche se brillano senza riposo
Pure nei giorni più corti dell’anno
Qui c’è un bimbetto più luminoso ✨

[Una #filazucca per #fareluce su queste giornate, pure con le notti insonni, la stanchezza e la sesta malattia 😴🌲✨] #gioiedinatale
Caro Lucio, ti scrivo scomoda, con una mano sola, Caro Lucio, ti scrivo scomoda, con una mano sola, mentre tu russi leggermente nell’incavo del mio braccio. Dovrei alzarmi, lavorare, ma una forza invisibile mi trattiene qui, accanto ai tuoi riccioli appena sudati, al tuo corpo abbandonato accanto al mio.
Lo ammetto, ho passato il primo anno della tua vita a studiare: libri, riviste, blog e corsi online. Ho cercato di memorizzare curve del peso, grammature, scatti di crescita e finestre di veglia. Ho compilato intere bacheche di abiti in fibre naturali, attività creative, mobilio montessoriano e giochi educativi. Ho spiato le vite degli altri attraverso lo schermo del telefono, ho ascoltato consigli, giudizi e opinioni. Mi sono arrabbiata. Ho avuto paura. Ho creduto di non essere abbastanza.
Poi quest’estate è accaduto qualcosa. Hai iniziato a camminare, e ogni tuo passo ha riportato me sulla retta via. I miei occhi, affaticati a scrutare soluzioni all’orizzonte, si sono finalmente rivolti dalla parte giusta. E ho visto tuo papà che ti taglia la frutta a colazione mentre tu mangi lo yogurt col cucchiaio e esclami “aaam”. Ho ascoltato la melodia che canticchi quando vuoi chiederci di accendere la musica, i tasti del piano che percuoti con le dita intonando forte la stessa nota. Ho notato il modo che hai di correrci incontro per abbracciarci le gambe, di appoggiare la testa alla nostra spalla quando sei stanco. Ho guardato bene il tuo sorriso e ci ho trovato la tua fiducia grande verso il mondo. 
Qualche giorno fa camminando per strada mi sono fermata a osservare i giochi nella vetrina del giornalaio: colla fluorescente con i brillantini, bolle di sapone con una piccola biglia nel tappo, giochi da tavolo con la scatola ingrigita a causa del sole. Ho pensato ai tuoi cestini dei giochi, un improbabile miscuglio di oggetti montessoriani in legno, macchinine di plastica e congegni elettronici gracchianti.
Piccolo mio, qualche secondo fa, seguendo con lo sguardo la curva immensa delle tue ciglia, ho capito che i genitori dovrebbero assomigliare di più ai giochi nella vetrina del giornalaio: imperfetti, esteticamente discutibili, bruciati dal sole. Disordinatamente felici.
#baletter #gioiedinatale #feliceadesso
✨Aprite il video per vederlo a schermo intero✨ ✨Aprite il video per vederlo a schermo intero✨
Ecco il tutorial per la casellina del 2 dicembre! Prima di iniziare, ragionate su un’azione che vi evoca calma e bellezza (passeggiare per strada, bere una tisana, mettere un disco di vinile, sfogliare un libro…) e dividetela mentalmente in quattro parti. Poi, filmate i quattro clip seguendo passo passo le istruzioni e riuscirete a ricreare questo reel semplice ed evocativo in pochissimo tempo (io screenshot del telefono alla mano, ci ho messo esattamente 19 minuti) ☕️
Quando l’avrete pubblicato, condividetelo sulle vostre stories usando l’icona a aeroplanino e targatemi, così lo vedrò di sicuro! Non vedo l’ora di vedere i vostri contributi 😍
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Marta Pavia

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hashtag del mese · 14/09/2019

Gli hashtag di settembre: riscoprire la lentezza e prepararsi all’autunno

Ecco, non so come dirvelo ma…. benvenuti nel mio nuovo sito. In cima a questa parete (si può dire?), ho appeso le foto di Instagram (d’altra parte come potrebbe essere altrimenti?) mentre quello che vedete subito sotto è un logo, anzi è il mio logo, disegnato dalle mani d’oro di Clarissa Cozzi aka @segui_le_briciole.

Passeggiando in queste stanze potreste trovare del rosa (sulla home page ce n’è di sicuro). È il mio rosa, lo stesso della parete che abbraccia il pianoforte nello zucca-studio. Non so a voi, ma a me sembra di essere in una casa nuova, una di quelle con i pavimenti ancora lucidi, il profumo di legno dei mobili appena montati, i suoni che rimbombano sui muri (infatti mi sta venendo voglia di cantare!).

Naturalmente devo ringraziare la mia meravigliosa consulente-webmaster Ljuba Daviè per il supporto imprescindibile (e la pazienza!), da sola non sarei mai riuscita a realizzare tutto questo.

Ma bando alle ciance, che siamo già a metà mese e sono in arrivo degli hashtag stupendi perfetti per affrontare con lentezza questi i primi giorni d’autunno.

#facciamocherallentiamo

Io lo so, vi vedo che già correte sui marciapiedi delle vostre città, con la maglia appallottolata nella borsa sotto un plico di documenti da consegnare in ufficio, mentre con una mano tenete lo smartphone e con l’altra cercate di afferrare i tarallini per riempire il buco che vi si è appena aperto nello stomaco. Ehm, vi vedo perchè vi somiglio in modo impressionante.

Ecco, questo hashtag è un promemoria da stamparci su un foglio da appendere vicino al computer, da scrivere con la bic sul palmo della mano, o perlomeno da usare per ricordarci di fare un respiro profondo e fermarci a scattare una foto a quella luce così bella che ci aspetta sul tragitto verso la fermata del tram.

L’idea di questo hashtag è di @langolodianita e di @moodia.it e l’idea che ci sta dietro è descritta perfettamente in questo post peraltro meravigliosamente autunnale:

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Portavo la mia piccola Denise al nido tutti i giorni fino all’anno scorso. C’erano degli alberi sempre bellissimi e una strada che mi regalava paesaggi mozzafiato…. Ero un po’ triste all’idea che presto non avrei più goduto di quell’appuntamento quotidiano…. In realtà non avevo ragionato sul fatto che spesso lasci una bellezza e ne trovi tante altre…se solo hai l’elasticità e la curiosità di vederle quelle nuove Bellezze… Eccola dunque questa nuova bellezza che accompagna le mie mattine in questo autunno 🍂 e se ora sono un po’ triste all’idea che quest’albero rimarrà così per poco….chiudo gli occhi e lo immagino tra un po’…quando il profumo fresco della neve lo renderà nuovamente bellissimo 🍁🍂 Ho fatto una scelta un po’ di tempo fa…in tutto il frastuono delle giornate che si susseguono, voglio concedermi dei piccoli momenti durante il giorno dove ammirare la bellezza che mi circonda, un attimo di calma, seppur piccola, dove mi concentro solo su quella bellezza e godo di tutto quello che mi regala . Con l’ #facciamocherallentiamo , nato da un pensiero condiviso con Federica di @moodia.it , abbiamo deciso di descrivere quell’attimo e fare in modo che ogni giorno ci ricordiamo dell’importanza di rallentare…che non vuol dire fermarsi in senso fine a se stesso…ma vuol dire rallentare per prendere la rincorsa. 😍 Se vi va usatelo insieme a noi, se vi va taggateci…,ma soprattutto cerchiamo di viverlo !!!! ❤️ . . . . . . . #dolomitiamo #naturemood #autunno🍁 #autunnonelledolomiti #naturepicture #altabadia #bestmountainartists #besttrentinopics #quiteinthewild #dolomitesunesco #langolodianitaversusnature #mountainstories #tiraccontolamiavalbadia #tiraccontolamiaterra #donnealprofumodidolomiti

A post shared by Anita Vittur🌲Abiti e Dolomiti (@langolodianita) on Oct 16, 2018 at 11:04am PDT

È un hashtag piccolino che confido di veder crescere insieme a voi, anche perchè credo che di rallentare ne abbiamo tutti parecchio bisogno.

Vi lascio qui qualche foto tratta dal feed di #facciamocherallentiamo:

foto di @langolodianita
foto di @claudiasenoner
foto di @icoloridimariposa

 

#aseasonalyear

Lo so, ci sono ancora venticinque gradi, ma io inizio a sentire un gran desiderio di infusi fumanti e foglie che scrocchiano sotto le suole delle Dr. Martens. Sono fermamente convinta che lo scorrere ciclico delle stagioni sia un’ancora di salvezza in questo mondo scandito da ricorrenze strettamente legate al lavoro (ferie, stipendi, fatture) o ai consumi (saldi, black friday, promozioni varie).

La natura non ha smesso di circondarci quando i nostri nonni hanno venduto la cascina o la vigna per trasferirsi in città, e per fortuna sono qui a ricordarcelo i viali alberati, i parchi cittadini e perfino i vasetti allineati sui nostri davanzali.

Ho appuntato questo hashtag sul mio quadernino mesi fa, dopo aver ricevuto una newsletter della sempre amata blogger britannica Sara Tasker, su Instagram @me_and_orla. Purtroppo non ne conosco l’autore, ma mi piace troppo per non inserirlo in questa lista.

Credo che sia perfetto per ricordarsi, tutti i mesi dell’anno, di osservare (e fotografare, of course) fiori, foglie, castagne (a proposito! tra poco si ricomincia a raccogliere la #castagnamatta!) e simili meraviglie.

foto di @mirvamarianneli
foto di @walks_with_luna
foto di @lindaschaeferart

 

#quietinthewild

Ecco, sono partita con la vena autunnale e adesso chi mi ferma più? Il profilo che sto per consigliarvi è davvero un delirio di meraviglia autunnale. Rebecca @aclotheshorse vive nell’Irlanda del nord e sul suo sito scrive “pensate a questo blog come un tonico calmante fatto di castagne appena colte e foglie dorate, con un pizzico di tweed”. Come non amarla?

foto di @aclotheshorse
foto di @aclotheshorse

Il suo hashtag, #quietinthewild ci invita a rubare alla routine quotidiana un momento di pace, lasciandoci circondare dalla natura.

Se non abbiamo uno smartphone e una stupenda campagna irlandese a portata di mano, possiamo perlomeno perderci per qualche minuto scorrendo le foto stupende raccolte nel feed:

foto di @_goodoldfashioned
foto di @brebilou
foto di @helena.moore

#raccontatisempre

Stavo finendo l’articolo quando sono incappata in questo hashtag che mi ha attratta subito fortissimo, come la voce di un caro amico che mi ricorda qualcosa di me che ho dimenticato. Lo dico sempre e lo ripeto anche stavolta: siamo circondati da storie. Noi stessi, ad essere precisi, siamo storie. Raccontarsi non equivale sempre e solo a promuoversi, ma anche e soprattutto a mettere il proprio racconto al servizio degli altri.

Non per niente questo hashtag è stato inventato da una super professionista della comunicazione, Valeria Zangrandi, su instagram @linventoredimostri. Quando le ho chiesto in direct se potevo inserire il suo hashtag tra quelli del mese mi ha scritto questa frase, che trovo illuminante “le persone pensano sempre di non sapere trovare idee, di non avere fantasia, ma non è vero. Sono solo fuori allenamento. La creatività si allena e così lavorare alla propria comunicazione diventa più facile, meno stressante”.

Questo mese, quindi, alleniamo i muscoli della fantasia contribuendo, con le nostre foto, al feed di #raccontatisempre:

foto di @linventoredimostri
foto di @sissiland_
foto di @mrs_waitfor

Naturalmente è un hashtag perfetto non solo per le immagini, ma anche per le didascalie, che sono lo spazio ideale per condividere con gli altri le sorprendenti narrazioni che ci circondano.

Che dire, ora cerco di riprendermi dall’emozione di essere qui, su questa pagina, nella mia nuova casa online. Fatemi sapere cosa pensate dell'”arredamento”, e naturalmente di questi hashtag, qui sotto o sul mio profilo Instagram. Vi ricordo, come sempre, di usare sulle vostre foto anche l’hashtag #feliceadesso, che è quello che scorro più spesso per prendere un tè virtuale con tutti voi.

 

ritratto marta pavia
martapavia

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Reader Interactions

Comments

  1. Alice says

    14/09/2019 at 15:27

    Bellissima la tua nuova casa, Marta! Il logo mi piace molto. Anche io ho trovato il “mio rosa” qualche mese fa (decisamente più dark del tuo, ma che altro ti aspetteresti da un’amante delle nuvole e della pioggia? Ahah!) e mi piacerebbe usarlo per personalizzare un mio futuro studio prima o poi.

    Buon weekend!

    Rispondi
  2. Maruska Fiengo says

    15/09/2019 at 05:52

    Trovo bellissimi i nuovi hashtag e complimenti per “l’arredamento” del nuovo sito. Non sempre trovo facile utilizzare gli hashtag nella mia quotidianità creativa, perché già faccio uno sforzo enorme nel lavoro delle mani che poi ovviamente non è solo manuale e spesso mi piacerebbe che fossero gli oggetti che creo a parlare per me! La realtà creativa è spesso in contrasto con la realtà che io vivo, con i problemi familiari che devo affrontare, e quindi i mio umore di vita è spesso in contrasto con la gioia che dedicandomi a ciò che faccio. Anche questa è una discrepanza che non riesco a superare. Spero di non averti annoiato con le mie parole. Ti ringrazio ancora per i tuoi spunti sempre estremamente stimolanti.

    Rispondi
  3. Simona Laus says

    17/09/2019 at 21:36

    Mi piace tantissimo il nuovo arredamento ❤

    Rispondi

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