Il post con gli hashtag di febbraio è online! ✨ Per i nuovi arrivati, si tratta di un appuntamento (quasi) mensile, in cui presento, sul mio blog, hashtag utili per sperimentare nuovi stili fotografici e conoscere nuove community. Stavolta trovate ben due challenge tematici (ideali per i nostalgici di #gioiedinatale), e anche un’app favolosa di cui non potrete più fare a meno! 🌈
Trovate tutto, come sempre, al link in bio ⬆️
[@green_rebi, @ggluisanna, @3autunni e @peruzziscrive, se vi fischiano le orecchie guardate qui 😉]
C’è una cosa che ho imparato ultimamente, e che C’è una cosa che ho imparato ultimamente, e che forse ha davvero a che fare con il diventare adulta: il valore della singola volta. 
Fino a poco tempo fa ero abituata a pensare che un’azione avesse senso solo se ripetuta per mesi, anni: fare sport una volta alla settimana, studiare la stessa cosa tutti i giorni, avere un gruppo di amici, sempre gli stessi, con cui vedersi ogni weekend, portare avanti un progetto strutturato, con risultati misurabili e a lungo termine.
Da qualche tempo ho capito che gli eventi che condizionano la nostra esistenza e quella degli altri, sono in verità singole, uniche volte. Quel giorno in cui un anziano astigiano mi ha raccontato tutta la sua vita, in dialetto. Quella volta che ho danzato sulla piazza di un paese sconosciuto, celato tra i monti dell’Appennino Emiliano. Quel giorno in cui mi sono fermata ad ascoltare un canto proveniente da una finestra nell’entroterra ligure, con un minuscolo Lucio nella fascia, raccolto sul cuore. 
Mentre penso a questo mi sembra di rivedere mio padre che posava un libro accanto all’altro su degli scaffali di acciaio, anni fa. Quegli scaffali, giorno per giorno, sono diventati la biblioteca del paese (che ora porta il suo nome). Ma secondo me lui lo sapeva benissimo, che l’importante non era la quantità di libri, la catalogazione DEWEY, nemmeno la biblioteca in sè, ma gli unici, irripetibili incontri tra i lettori e le loro pagine. Tant’è che qualche volta, specie agli utenti  più giovani, “faceva arrivare” magicamente i volumi che desideravano, dopo un giro in libreria, in tempo per la visita successiva. 
Che dire, papà, ci ho messo trentaquattro anni, ma adesso l’ho capito. Che in verità tutti i progetti, tutte le vite, tutti gli amori, specie i più grandiosi, sono costituiti da una sequenza di preziose, irripetibili singole volte. #feliceadesso #hounastoriaperte
Ciao 2020, resterai sempre l’anno in cui mi sono Ciao 2020, resterai sempre l’anno in cui mi sono immersa in me stessa così a fondo che siamo tornati in due. ❤️ #feliceadesso
Ah, queste mani. Che sollevano, sistemano decorazi Ah, queste mani. Che sollevano, sistemano decorazioni, cullano, danzano, carezzano, preparano set fotografici. Toccano schermi, cambiano vestiti, ritoccano foto, scrivono messaggi, stringono manine quasi uguali a loro. Puliscono, lavorano, solleticano, giocano, e ogni tanto asciugano qualche lacrima. 
Queste mani così impegnate che ogni tanto penso di averle perse. E invece non sono mai state così mie. 
#cuorecreativo #gioiedinatale
All’improvviso, in cucina, con il tg acceso sull All’improvviso, in cucina, con il tg acceso sulle ultime notizie e una neve bagnata che cadeva sui tetti, l’ho sentita. Somigliava all’aria satura di fumo delle stufe a legna. Al calore delle mani tuffate nelle tasche del cappotto pesante. Al profumo dei mandarini che aleggiava nei corridoi della scuola, quando “Christmas” era una parola esotica e internet pura fantascienza. Al Natale un po’ plasticoso degli anni ‘90, con tutti i suoi brillantini fuori posto, e alla magnificente gelida bellezza dell’inverno, che invece esiste da sempre.
Lì, sulla poltrona accanto al frigo, davanti alla tavola ancora apparecchiata, l’ho percepita chiaramente: la sensazione che in realtà la felicità è vicina, così vicina che basta tendere appena la mano per afferrarla. 🌲
#gioiedinatale #allyoucantexture
Ci siamo! Il calendario dell’avvento #gioiedinat Ci siamo! Il calendario dell’avvento #gioiedinatale 2020 è arrivato! In quest’anno decisamente eccezionale ho ideato delle sfide creative quotidiane pensate per smuovere, a piccoli passi, la creatività sopita da questi lunghi mesi incerti. I piccoli challenge che vedete nell’album prevedono la realizzazione di foto, stories e video, e sono pensati per sciogliere gradualmente dubbi e piccole paure (compresa la timidezza, of course!) sotto la guida della vostra fedele Instagram-prof 👩🏻‍🏫 
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Come partecipare? Salvate questo post per tenerlo sempre sottomano e condividetelo nelle stories con l’icona a aeroplanino per invitare i vostri amici! Tenete d’occhio le mie stories, perchè ogni mattina approfondirò il challenge del giorno con esempi e piccoli tutorial. Domani, 1 dicembre, si comincia!
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Naturalmente, non è obbligatorio svolgere tutti i compiti quotidiani, ma provarci è una bella sfida! Come potete vedere dall’elenco qui sopra ho inserito anche dei giorni di pausa, in cui potete recuperare gli arretrati o dimenticare il telefono in un cassetto (consigliatissimo!)
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Come vedete da questo favoloso disegno realizzato da @segui_le_briciole, ci ho immaginati nelle nostre città, dietro le finestre accese, sotto una grande notte stellata. Probabilmente quest’anno siamo geograficamente più lontani che mai, ma non mi stancherò mai di ripetere che se c’è una magia che questi piccoli schermi che teniamo in mano sanno fare, è ricordarci che abbiamo sogni simili, e che li facciamo tutti osservando lo stesso cielo.
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[come sempre, trovate l’elenco dei temi anche sul mio blog, al link in bio ⬆️]
Esattamente un anno fa, mi alzavo qualche minuto p Esattamente un anno fa, mi alzavo qualche minuto prima dell’alba e camminavo incerta e assonnata fino al bagno. Qualche minuto dopo appoggiavo sul marmo del davanzale uno stick di plastica e iniziavo a lavarmi e truccarmi, sforzandomi di non guardarlo. 
All’improvviso, la scritta sul display mi comunicava a gran voce una travolgente nuova verità: non sei più sola. 
Eh no. 
Sotto questa luce giallognola di fronte allo specchio, davanti a quella tazza di tè che si sta raffreddando in cucina, sui marciapiedi polverosi che percorrerai tra un’ora, fino alla fine di questa giornata e tutti i giorni a venire, anzi per anni, anzi decenni, anzi per sempre. Non sarai più sola.
Capite anche voi che, di fronte a una consapevolezza del genere, non si può fare nulla, se non fare finta di niente, andare in studio, tenere un workshop (eh sì, quel giorno c’era un’edizione del mio corso Your true colors), continuare a mangiare, bere, parlare come se nulla fosse. Mentre invece era tutto nuovo, tutto diverso. Per sempre.
La sera stessa, qualche minuto prima dell’inizio del concerto di @vecchioniofficial, ho passato a @dario.mimmo una Polaroid con la scritta “a questo concerto siamo in tre”.
Ripensandoci però, sono molto grata per quelle dodici ore, o poco più, in cui siamo stati solo io e lui, a camminare sui marciapiedi, stringere mani, mangiare il pranzo con la forchettina di legno, stretti in una invisibile danza.
[la seconda foto dell’album è stata scattata quella mattina, poco prima che il primo partecipante suonasse il campanello 💗] #raccontatimamma #feliceadesso
Arrivano ogni anno a settembre trascinando le loro Arrivano ogni anno a settembre trascinando le loro valigione sul marciapiede, con un occhio al telefono e uno ai numeri civici. I palazzi in questa zona raramente hanno l’ascensore, ma il prezzo è buono, il politecnico è raggiungibile a piedi, e l’entusiasmo, si sa, è un potente rimedio contro la fatica. Probabilmente sognavano una stanzetta luminosa arredata in stile Ikea, ma si affezioneranno a una rete singola posata accanto a un armadio anni ‘70, sulla cui anta attaccheranno cartoline, disegni e biglietti del cinema. Nel mio palazzo, in questi giorni, è tutto un battere di chiodi, sospendere mensole, esporre zerbini e acquistare posate spuntate con il manico in plastica colorata. 
Il carico che sobbalza dietro le loro spalle è pieno di piccoli totem di vite passate, insicurezze e sogni grandiosi. Ho issato personalmente il mio fino a questo quarto piano a forza di braccia, circa quindici anni fa. 
Il bagaglio di oggi, invece, me lo porto sul petto, e profuma di impegno, di panna montata e di futuro. 
[le foto sono rispettivamente di quasi tre mesi - quasi due mesi - sette mesi dentro la pancia 💛] #quietshadesofbrown #hounastoriaperte #feliceadesso
Gli hashtag di ottobre sono online! 🍁🦊🍂🌈🦔
Questa volta ci sono anche i super tutorial di @vivian_dagnello (li trovate nelle sue stories), che vi spiegano come immortalare un pennello magico come quello che tiene in mano il piccolo Lucio qui sopra! E poi c’è tanto, tantissimo autunno con i meravigliosi hashtag made in @shinedreamnofear e @lavaniglia_. Trovate tutto nei dettagli, come sempre, al link in bio! ⬆️
#mymagicbrush #feliceadesso
A settembre veniva il momento delle conserve. La p A settembre veniva il momento delle conserve. La penombra della cucina si riempiva del sentore acidulo dei pomodori passati a mano, mentre sui muri assolati del cortile si rifrangeva ancora il canto ritmico delle cicale. I pensieri iniziavano a ruzzolare scomposti verso la stagione in arrivo: che giro farà il pulmino della scuola quest’anno? Devo comprare le penne colorate fluorescenti per stupire le mie compagne. Ci sono i compiti delle vacanze da finire.
E la fame che stringeva lo stomaco, poi, respirando il profumo della salsa in cottura! Odore di domenica, di casa, di impazienza e fiducia nel futuro. 
Amavo perfino l’aroma dei fogli di giornale bagnati che i miei genitori usavano per distanziare i barattoli nel pentolone. Un’anticipazione della carta letta nel chiaroscuro dei pomeriggi invernali, di quella accartocciata per accendere la stufa, di quella delle etichette scritte a mano da mio padre sugli scaffali della dispensa come a dire “non preoccuparti, l’inverno verrà, e noi saremo al sicuro”. #unfioreladomenica #hounastoriaperte #feliceadesso
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Marta Pavia

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hashtag del mese · 21/01/2020

Gli hashtag di gennaio: inizi lenti e risvegli

Lo ammetto, quest’anno gennaio mi ha presa un po’ alla sprovvista. Le temperature sono ancora basse, il sole continua a tramontare alle cinque e il mio corpo non è ancora pronto a rincorrere l’illusione del disgelo. È decisamente più propenso, devo dire, ad arrotolarsi sul divano, dentro a una coperta di pile, e a mangiucchiare taralli ignorando le briciole che rotolano sul parquet.

Il contest #gioiedinatale è stato semplicemente stupendo, mi sono commossa ogni giorno di fronte alla profondità delle vostre parole, alla bellezza delle vostre foto, al senso di comunità che sentivo ogni volta che leggevo, sotto i vostri post, i commenti degli altri partecipanti. Come ogni anno, dopo il calendario dell’avvento fotografico, la mia creatività è partita per qualche località remota, dalla quale tornerà, lo so, solo quando smetterò di aspettarla con impazienza.

Tra pochi giorni, intanto, percorrerò anch’io un migliaio di chilometri, per raggiugere il Sikend, ovvero il weekend degli imprenditori creativi, organizzato a Palermo dall’agenzia Creative box. Terrò un corso su Instagram e delle consulenze individuali, e naturalmente sono felice, impaziente, e anche un po’ spaventata. Mi conforta molto sapere che in qualche modo, attraverso lo schermo dello smartphone, potrò portare con me tutti voi (ci pensate, in effetti, che magia?).

Ma bando alle ciance, perché è venuto il momento degli hashtag di gennaio, scelti appositamente per assecondare la pigrizia di inizio anno, iniziando a punzecchiare, delicatamente, la creatività.

 

#ilmioritmolento

Amo questo hashtag, lo uso da anni, e mi sono stupita quando mi sono resa conto di non averne mai parlato qui sul blog. È opera di @giuliapratelli e @elenamariacito, due donne dal cuore delicato e dal talento sorprendente. Giulia è una cantautrice, e se non l’avete mai ascoltata dovete ossessionarvi anche voi con il suo ultimo album, “Tutto bene”, che io ascolto in loop ormai da mesi, e attendere impazienti con me l’uscita imminente dei suoi nuovi lavori. Elena, invece, è una fotografa, ma anche una pasticciera, ma anche una studentessa di marketing, insomma un intero universo creativo raccolto nel corpo una venticinquenne. Su Instagram prepara favolose @tortecoifiori, tiene dei workshop e organizza piccoli concerti con cantautori indipendenti.

@elenamariacito
@tortecoifiori
@giuliapratelli

L’hashtag #ilmioritmolento è nato con l’idea di dare un ritmo meno serrato alla fruizione dei post, svincolandoci dall’algoritmo di Instagram e riscoprendo il piacere di scorrere la gallery di un hashtag perdendoci nelle vite degli altri.

Il primo compito del mese, quindi, non è solo usare quest’hashtag sotto le vostre foto, ma scorrere la gallery alla ricerca di immagini e storie che nutrono gli occhi e il cuore.

Ecco qualche scatto tratto da #ilmioritmolento:

foto di @camillaetsescomptines
foto di @marialuisarea
foto di @ritaz_74

 

#polveredipoesia

Quest’hashtag è di Roberta @mininainlove, che sul suo profilo si definisce “coltivatrice di sogni” (definizione azzeccatissima). Spesso dire delle persone che sono “dolci” pare una definizione vuota, un po’ forzata. E invece in questo caso no, è tutto vero: Roberta ha il sapore zuccherino del miele, la consistenza leggera della farina, i colori del bosco stupendo in cui vive. Come se non bastasse, è un’artigiana super creativa. Qui vi lascio qualche foto dal suo profilo:

foto di @mininainlove
foto di @mininainlove
foto di @mininainlove

 

L’hashtag è un inno alla sinestesia, cioè all’energia creativa sprigionata dall’incontro di diverse sfere sensoriali ed emozioni. Roberta lo descrive con la frase “vedo suoni e sento colori”, che già di per sè è bellissima.

Quest’hashtag ci aiuterà a rendere Instagram un occasione per unire sensi ed emozioni, per imparare a sentire con gli occhi e a fotografare col cuore.

Ecco qualche foto tratta da #polveredipoesia:

foto di @fragiuhandmade
foto di @valevaniglia85
foto di @aliceofm

 

#piantasperanza

I telegiornali, in questi giorni, fanno paura. La mia fonte di ansia più recente sono gli incendi in Australia, che stanno distruggendo interi ecosistemi. In un interessante articolo sul Post, che vi invito a leggere, c’è anche la risposta alla domanda più impellente, cioè “Cosa possiamo fare?”. L’autore, Giorgio Vacchiano, risponde:

Ridurre le nostre emissioni con comportamenti collettivi e ad alto impatto. Sforzarci di vedere l’impronta del climate change e delle nostre produzioni e (soprattutto) dei nostri consumi in quello che sta succedendo. Il problema più grande che abbiamo è questo.

Vi ho già parlato, qualche mese fa, dell’hashtag #ecologesti lanciato da @il_giardino_di_Chiara, e potete capire perchè l’hashtag qui sopra ha risuonato nel mio cuore con particolare forza in questi giorni. #piantasperanza è un’idea di Paolo di @filosofia_vegetale. Paolo è un giardiniere, ma non si limita a insegnare a rinvasare e a curare fiori, ama indagare e alimentare il rapporto tra l’uomo e le piante. Trovate il tutto spiegato molto bene in questo suo post:

View this post on Instagram

[#piantasperanza] . Oggi non mi sento tanto bene, sono raffreddato, ma stamattina ho ricevuto una bellissima foto di un Gingko biloba giapponese da @i.am.nmrk. . La sola osservazione della foto mi ha fatto provare un senso di speranza e di tranquillità. . Il benefico effetto del rapporto con le piante è ormai ampiamente riconosciuto. Penso soprattutto alle persone che vivono momenti di difficoltà e a quanto possa essere d’aiuto osservare l’imperturbabile, resiliente, coraggioso sviluppo di una pianta. . Così, sono sceso sotto casa, ho fotografato il Gingko che vedo dal mio terrazzo, che in questi giorni è una luce gialla sotto le nuvole grigie, e ho pensato che avrei lanciato un hashtag: #piantasperanza. . L’idea è di riconoscere il valore delle piante come veicoli di speranza per il futuro, sia individuale che comunitario. . Tuttavia, con #piantasperanza penso a un doppio significato. 1) Pianta, come sostantivo: albero, arbusto o erbacea che per il solo fatto di esistere regala speranza. 2) Pianta! Imperativo del verbo piantare. “Piantiamola questa speranza!” … e, aggiungo io, facciamolo con pensieri, parole e azioni positivi! . Se vi fa piacere, fotografate e condividete, taggandomi! 😊 non si vince nulla se non la bellezza di condividere un ideale.

A post shared by Paolo Astrua🌿Filosofo Vegetale (@filosofia_vegetale) on Nov 11, 2019 at 7:04am PST

In un mondo in cui piantare alberi è una delle poche risorse che abbiamo per prenderci cura della terra, osservare la natura che ci circonda, fotografarla, condividerla con gli altri è un gesto a suo modo rivoluzionario.

Qui sotto, invece, qualche foto tratta dall’hashtag #piantasperanza:

foto di @mondodichiara
foto di @greenffink
foto di @filosofia_vegetale

Concludo segnalandovi la bellissima raccolta fondi lanciata da Chiara @machedavvero il cui obiettivo è raccogliere fondi per piantare, quando sarà il momento, nuovi alberi, proprio nei territori devastati dagli incendi.

Con gli hashtag di questo mese è tutto, come sempre vi chiedo di farmi sapere cosa ne pensate, qui oppure su Instagram. Vi ricordo di usare gli hashtag con attenzione, controllando sempre che siano correlati al contenuto della foto (copiarli e incollarli in massa senza rileggerli non funziona). Vi raccomando, come sempre, di usare anche l’hashtag #feliceadesso, che è quello che scorro più spesso quando ho voglia di prendermi un tè virtuale con voi.
ritratto marta pavia
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Comments

  1. Luca Rajna says

    21/01/2020 at 19:26

    Proprio oggi, cercando gli hashtag giusti mi sono accorto di come molti account siano poco curati in questo. I pri due da hashtag da te suggeriti mi sembrano preziosi, lo userò. #piantadperanza è buono ma occhio ai gretini e a tutte le bufale sui cambiamenti climatici. Le immissioni di anidride carbonica non influiscono sul clima, come riportano gli scienziati seri e non una ragazzina con una serie di lobby economico-politiche alle spalle.

    Rispondi
  2. Anna says

    30/01/2020 at 17:39

    #felice adesso mi piace molto e lo uso sempre!
    in bocca al lupo per i tuoi futuri corsi
    un abbraccio
    Anna

    Rispondi

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