Workshop il 17 giugno allo Zucca-studio (Torino)! Workshop il 17 giugno allo Zucca-studio (Torino)!
“Coltiva la creatività” sarà una giornata dedicata a sbloccare la fantasia e a ritrovare il gusto per la comunicazione social, in barba ad algoritmo, visualizzazioni e trend.
💡
@lamosca_zenzen userà i suoi superpoteri zen per aiutare i partecipanti a esplorare la gioia di creare, @zuccaviolina, in quanto prof, parlerà di come è cambiato Instagram e di come affrontarlo senza ansia da prestazione. @matteo.macchio, il più nerd della compagnia, tirerà fuori dal cilindro ottimi (o pessimi) esempi di racconti online che serviranno di ispirazione.
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Il workshop durerà l’intera giornata di sabato 17 giugno e per seguire ogni persona al meglio saranno ammessi solo 10 partecipanti. Per assicurarvi il vostro posto compilate subito il form di pre-iscrizione in bio!
⬆️
Fateci sapere nei commenti se l’idea vi piace e mandate il video a quella persona persona che non vorrebbe proprio mancare! ☺️

#workshop #accidentallywesanderson #wesanderson #feliceadesso
Questo secondo me è uno dei motivi principali per Questo secondo me è uno dei motivi principali per cui comunicare sui social, oggi, è molto faticoso. 
Non so come si possa migliorare le situazione. Forse partendo dalla consapevolezza e auto-educandoci al digitale nella speranza di formare poi le generazioni future.
Ditemi che ne pensate, se vi va ⬇️

Il libro che cito nel reel è “Tienilo acceso”, di @a_wandering_sociolinguist e @br1mastro 

#effettobivio #comunicazionesocial #educazionedigitale #usarebeneinstagram #feliceadesso
Abbiamo deciso di tradurre e registrare, in modo m Abbiamo deciso di tradurre e registrare, in modo molto artigianale, una delle nostre canzoni preferite, cioè “The grass is blue”, della regina del country americano Dolly Parton. 

Questa canzone, che lei ha pubblicato nel 1999, gioca sul termine “bluegrass”, che definisce un genere musicale tipico degli USA, costruendo una stupenda canzone dei contrari. Nel testo, infatti, la fine di un amore risulta sopportabile solo in un mondo completamente alla rovescia, in cui i fiumi scorrono verso la montagna e ai tropici cade la neve. 

Ci abbiamo messo un po’ di Piemonte, la cucina di una casa nel Monferrato, e i sorrisi del nostro bimbo di due anni, Lucio, che si è gentilmente prestato anche ad avviare la registrazione sul telefono. Lo strumento che suona @dario.mimmo è un’autoarpa, cordofono tipico del folk americano, mentre io mi sono improvvisata accompagnatrice all’ukulele. 

#cover #dollyparton #thegrassisblue #autoharp #ukulele #feliceadesso
Ogni tanto, quando Dario porta Lucio al nido, ripa Ogni tanto, quando Dario porta Lucio al nido, ripasso mentalmente i vestiti che gli ho messo addosso prima che uscisse, specie nelle mattine grigie come questa.
Il body a maniche lunghe, che gli copre le braccia. La maglia verde di lana-seta, che è leggera ma calda. I pantaloni con gli orsi, morbidi e un po’ felpatini. La giacca grigia coi bottoni, la sciarpina e il cappello blu fatti a mano. Mi piace pensare che il suo corpo, la sua pelle, siano contenuti lì dentro, come in una sorta di abbraccio perenne.
E così mi tornano in mente nonna Maria e nonna Rosella, che portavano entrambe in borsa, ossessivamente, un golfino e un foulard da avvolgermi addosso alla prima occasione. Solo ora realizzo che forse tutti quei “copriti”, “non prendere freddo”, “metti la giacca” erano, in incognito, dei “ti voglio bene”.

#hounastoriaperte #feliceadesso

[a seguire, photo-dump pancino, perché è tanto che non pubblico foto del piccolo di casa 💗]
Mi sono dimenticata sgabuzzino e lavanderia 😁 N Mi sono dimenticata sgabuzzino e lavanderia 😁
Nei progetti futuri c’è l’ambiziosa idea di far portare nel salone il mio vecchio pianoforte a mezzacoda, che è rimasto nella mia casa d’infanzia in campagna. Poi mancano alcuni mobili ma soprattuto mensole, quadri alle pareti e tutto ciò che si attacca ai muri, perché non siamo abituati a fare questo tipo di lavori e abbiamo paura di distruggere tutto mettendoli 😂
Ho anche alcuni video del “prima” dei lavori che volevo montare con i video del “dopo”, mi ci applicherò nelle prossime settimane 😁
Allora, che ne pensate? 
💗
#hometour #casanuova #hounastoriaperte #feliceadesso
Il mio lavoro è mettere in condizione il mio clie Il mio lavoro è mettere in condizione il mio cliente di ragionare su questo equilibrio e trovare da sè la soluzione più accettabile in quel dato momento e in tutti quelli che verranno ❤️

Testo del reel: Nessuno può dirti che cosa sbagli su Instagram. La tua comunicazione online si basa sul rapporto mutevole e irripetibile tra quello che hai voglia/capacità/tempo di fare e quello che la tua comunità ha bisogno di sentire. Per questo fare piani e calendari editoriali non funziona per tutti. 

#instagram #marketingetico #comunicazione #feliceadesso
La cantante Levante, durante il festival di Sanrem La cantante Levante, durante il festival di Sanremo ha parlato in un’intervista in delle difficoltà che ha incontrato dopo la maternità, del fatto di essersi sentita persa. Commentando la notizia con alcune persone in direct e sono giunta alle riflessioni che riporto qui, perché vorrei ne restasse traccia.

È probabile che la maternità implichi necessariamente il “perdersi”. Non ho le conoscenze cliniche per definire i confini della depressione post partum, e non voglio nemmeno fare l’errore di minimizzarla parlando di “ormoni” o “natura femminile”, però ecco, se fosse obbligatorio passare di lì? Se fosse una roba come i terrible two, o l’adolescenza? Se, come dice la mia amica angelicanucera, perdersi fosse parte del processo?

A quel punto forse potrebbe essere più accettabile anche la sconvolgente consapevolezza che… ritrovarsi non è possibile. Perchè no, non si ritrova mai la “se stessa” di prima. Possiamo andare solo avanti. Possiamo solo imparare osservare minuziosamente, come fosse un oggetto da toccare, annusare, assaggiare, il cambiamento portiamo con noi, in ogni momento. Come l’ha definito un’altra amica saggia @flavia_chiarelli, un’”eterna caduta” in cui dobbiamo imparare a stare. 

Vorrei avere soluzioni per tutti ma le uniche che ho avuto la possibilità (e l’innegabile privilegio) di applicare su di me sono state la psicoterapia, la cura di me stessa, la ricerca di aiuto e il confronto con altre persone. 
Per questo, nonostante il tema della mia pagina sia tutt’altro, lo scrivo qui. Sogno un mondo in cui l’educazione emotiva e l’attenzione alla salute mentale siano all’ordine del giorno, e in cui il sostegno alla maternità e alla genitorialità sia diffuso e quotidiano, anche senza quel famoso “villaggio” che la società capitalista/occidentale ha smantellato. Chissà, forse per la generazione di Lucio c’è speranza?

La foto stupenda è di @julyelatribu 💚
#maternità #salutementale #sanremo
Video completo al link in bio! Abbiamo scelto “D Video completo al link in bio! Abbiamo scelto “Driving home for Christmas” perché questo trasloco è stato un lungo e tortuoso viaggio verso il nostro nuovo nido, il posto che stiamo imparando a chiamare casa. 
Tecnicamente è imperfetto, impolverato e un po’ traballante, ma speriamo che rivivere con voi questo viaggio ci aiuti a esorcizzare questo momento di passaggio e la travolgente valanga di emozioni che porta con sè. Trovate il link per guardarlo tutto nella mia bio e sulle stories ⬆️

(non abbiamo pubblicato qui la versione integrale perché IG non permette più di visualizzare i video orizzontali a schermo intero 😏)
L’impallamento è uno stacco di montaggio sempli L’impallamento è uno stacco di montaggio semplice da realizzare e molto efficace: consiste nel coprire completamente l’obiettivo per dare una sensazione di continuità tra due clip. Per realizzarlo possiamo usare un oggetto, una mano, oppure far passare il telefono dietro a una colonna, un muro, un passante. 

Il compito per le #gioiedinatale di oggi è realizzare un brevissimo reel usando questa tecnica! Potete fare un magico cambio d’abito o di acconciatura, o teletrasportarvi da un posto all’altro come abbiamo fatto io e @gion_snow da Torino a Milano!

Ricordatevi di condividere i vostri reel sulle stories taggandoci, così li vedremo più facilmente ✨
Copiate questo reel! Per le #gioiedinatale di oggi Copiate questo reel! Per le #gioiedinatale di oggi vi invito a usare la funzione “usa modello” per ricreare questo reel di saluto e ringraziamento al 2022. 

Vi serviranno 12 contenuti, foto o video, già presenti sul vostro rullino (idealmente, uno per ogni mese dell’anno?). Il primo clip è più lungo degli altri, quindi vi consiglierei, per rendere il tutto più vivace, di inserire lì un video anziché una foto. Gli altri sono molto brevi, quindi va bene tutto 😊

La voce registrata dice “Dear 2022, thanks for the memories”. Potete decidere di scriverlo con la funzione testo dei reel, come ho fatto io, ma non è obbligatorio 😊
Buon weekend e buoni ricordi ❤️
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Marta Pavia

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hashtag del mese · 21/01/2020

Gli hashtag di gennaio: inizi lenti e risvegli

Lo ammetto, quest’anno gennaio mi ha presa un po’ alla sprovvista. Le temperature sono ancora basse, il sole continua a tramontare alle cinque e il mio corpo non è ancora pronto a rincorrere l’illusione del disgelo. È decisamente più propenso, devo dire, ad arrotolarsi sul divano, dentro a una coperta di pile, e a mangiucchiare taralli ignorando le briciole che rotolano sul parquet.

Il contest #gioiedinatale è stato semplicemente stupendo, mi sono commossa ogni giorno di fronte alla profondità delle vostre parole, alla bellezza delle vostre foto, al senso di comunità che sentivo ogni volta che leggevo, sotto i vostri post, i commenti degli altri partecipanti. Come ogni anno, dopo il calendario dell’avvento fotografico, la mia creatività è partita per qualche località remota, dalla quale tornerà, lo so, solo quando smetterò di aspettarla con impazienza.

Tra pochi giorni, intanto, percorrerò anch’io un migliaio di chilometri, per raggiugere il Sikend, ovvero il weekend degli imprenditori creativi, organizzato a Palermo dall’agenzia Creative box. Terrò un corso su Instagram e delle consulenze individuali, e naturalmente sono felice, impaziente, e anche un po’ spaventata. Mi conforta molto sapere che in qualche modo, attraverso lo schermo dello smartphone, potrò portare con me tutti voi (ci pensate, in effetti, che magia?).

Ma bando alle ciance, perché è venuto il momento degli hashtag di gennaio, scelti appositamente per assecondare la pigrizia di inizio anno, iniziando a punzecchiare, delicatamente, la creatività.

 

#ilmioritmolento

Amo questo hashtag, lo uso da anni, e mi sono stupita quando mi sono resa conto di non averne mai parlato qui sul blog. È opera di @giuliapratelli e @elenamariacito, due donne dal cuore delicato e dal talento sorprendente. Giulia è una cantautrice, e se non l’avete mai ascoltata dovete ossessionarvi anche voi con il suo ultimo album, “Tutto bene”, che io ascolto in loop ormai da mesi, e attendere impazienti con me l’uscita imminente dei suoi nuovi lavori. Elena, invece, è una fotografa, ma anche una pasticciera, ma anche una studentessa di marketing, insomma un intero universo creativo raccolto nel corpo una venticinquenne. Su Instagram prepara favolose @tortecoifiori, tiene dei workshop e organizza piccoli concerti con cantautori indipendenti.

@elenamariacito
@tortecoifiori
@giuliapratelli

L’hashtag #ilmioritmolento è nato con l’idea di dare un ritmo meno serrato alla fruizione dei post, svincolandoci dall’algoritmo di Instagram e riscoprendo il piacere di scorrere la gallery di un hashtag perdendoci nelle vite degli altri.

Il primo compito del mese, quindi, non è solo usare quest’hashtag sotto le vostre foto, ma scorrere la gallery alla ricerca di immagini e storie che nutrono gli occhi e il cuore.

Ecco qualche scatto tratto da #ilmioritmolento:

foto di @camillaetsescomptines
foto di @marialuisarea
foto di @ritaz_74

 

#polveredipoesia

Quest’hashtag è di Roberta @mininainlove, che sul suo profilo si definisce “coltivatrice di sogni” (definizione azzeccatissima). Spesso dire delle persone che sono “dolci” pare una definizione vuota, un po’ forzata. E invece in questo caso no, è tutto vero: Roberta ha il sapore zuccherino del miele, la consistenza leggera della farina, i colori del bosco stupendo in cui vive. Come se non bastasse, è un’artigiana super creativa. Qui vi lascio qualche foto dal suo profilo:

foto di @mininainlove
foto di @mininainlove
foto di @mininainlove

 

L’hashtag è un inno alla sinestesia, cioè all’energia creativa sprigionata dall’incontro di diverse sfere sensoriali ed emozioni. Roberta lo descrive con la frase “vedo suoni e sento colori”, che già di per sè è bellissima.

Quest’hashtag ci aiuterà a rendere Instagram un occasione per unire sensi ed emozioni, per imparare a sentire con gli occhi e a fotografare col cuore.

Ecco qualche foto tratta da #polveredipoesia:

foto di @fragiuhandmade
foto di @valevaniglia85
foto di @aliceofm

 

#piantasperanza

I telegiornali, in questi giorni, fanno paura. La mia fonte di ansia più recente sono gli incendi in Australia, che stanno distruggendo interi ecosistemi. In un interessante articolo sul Post, che vi invito a leggere, c’è anche la risposta alla domanda più impellente, cioè “Cosa possiamo fare?”. L’autore, Giorgio Vacchiano, risponde:

Ridurre le nostre emissioni con comportamenti collettivi e ad alto impatto. Sforzarci di vedere l’impronta del climate change e delle nostre produzioni e (soprattutto) dei nostri consumi in quello che sta succedendo. Il problema più grande che abbiamo è questo.

Vi ho già parlato, qualche mese fa, dell’hashtag #ecologesti lanciato da @il_giardino_di_Chiara, e potete capire perchè l’hashtag qui sopra ha risuonato nel mio cuore con particolare forza in questi giorni. #piantasperanza è un’idea di Paolo di @filosofia_vegetale. Paolo è un giardiniere, ma non si limita a insegnare a rinvasare e a curare fiori, ama indagare e alimentare il rapporto tra l’uomo e le piante. Trovate il tutto spiegato molto bene in questo suo post:

View this post on Instagram

[#piantasperanza] . Oggi non mi sento tanto bene, sono raffreddato, ma stamattina ho ricevuto una bellissima foto di un Gingko biloba giapponese da @i.am.nmrk. . La sola osservazione della foto mi ha fatto provare un senso di speranza e di tranquillità. . Il benefico effetto del rapporto con le piante è ormai ampiamente riconosciuto. Penso soprattutto alle persone che vivono momenti di difficoltà e a quanto possa essere d’aiuto osservare l’imperturbabile, resiliente, coraggioso sviluppo di una pianta. . Così, sono sceso sotto casa, ho fotografato il Gingko che vedo dal mio terrazzo, che in questi giorni è una luce gialla sotto le nuvole grigie, e ho pensato che avrei lanciato un hashtag: #piantasperanza. . L’idea è di riconoscere il valore delle piante come veicoli di speranza per il futuro, sia individuale che comunitario. . Tuttavia, con #piantasperanza penso a un doppio significato. 1) Pianta, come sostantivo: albero, arbusto o erbacea che per il solo fatto di esistere regala speranza. 2) Pianta! Imperativo del verbo piantare. “Piantiamola questa speranza!” … e, aggiungo io, facciamolo con pensieri, parole e azioni positivi! . Se vi fa piacere, fotografate e condividete, taggandomi! 😊 non si vince nulla se non la bellezza di condividere un ideale.

A post shared by Paolo Astrua🌿Filosofo Vegetale (@filosofia_vegetale) on Nov 11, 2019 at 7:04am PST

In un mondo in cui piantare alberi è una delle poche risorse che abbiamo per prenderci cura della terra, osservare la natura che ci circonda, fotografarla, condividerla con gli altri è un gesto a suo modo rivoluzionario.

Qui sotto, invece, qualche foto tratta dall’hashtag #piantasperanza:

foto di @mondodichiara
foto di @greenffink
foto di @filosofia_vegetale

Concludo segnalandovi la bellissima raccolta fondi lanciata da Chiara @machedavvero il cui obiettivo è raccogliere fondi per piantare, quando sarà il momento, nuovi alberi, proprio nei territori devastati dagli incendi.

Con gli hashtag di questo mese è tutto, come sempre vi chiedo di farmi sapere cosa ne pensate, qui oppure su Instagram. Vi ricordo di usare gli hashtag con attenzione, controllando sempre che siano correlati al contenuto della foto (copiarli e incollarli in massa senza rileggerli non funziona). Vi raccomando, come sempre, di usare anche l’hashtag #feliceadesso, che è quello che scorro più spesso quando ho voglia di prendermi un tè virtuale con voi.
ritratto marta pavia
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Comments

  1. Luca Rajna says

    21/01/2020 at 19:26

    Proprio oggi, cercando gli hashtag giusti mi sono accorto di come molti account siano poco curati in questo. I pri due da hashtag da te suggeriti mi sembrano preziosi, lo userò. #piantadperanza è buono ma occhio ai gretini e a tutte le bufale sui cambiamenti climatici. Le immissioni di anidride carbonica non influiscono sul clima, come riportano gli scienziati seri e non una ragazzina con una serie di lobby economico-politiche alle spalle.

    Rispondi
  2. Anna says

    30/01/2020 at 17:39

    #felice adesso mi piace molto e lo uso sempre!
    in bocca al lupo per i tuoi futuri corsi
    un abbraccio
    Anna

    Rispondi

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